Questo libro non è un’autobiografia, grazie al cielo, ormai
pure io potrei scriverla. Questo libro è un manifesto politico senza far parte
di alcun movimento. Fibra generalizza, forse un po' troppo ma rende l’idea del
paese in cui ci troviamo, ovvero il disfacimento completo. In questo libro si
ripercorrono tutti i grandi “topos letterari” di Fibra, per chi li conosce, per
chi li capisce. Non dice nulla di più di quello che dice nelle proprie canzoni
e non è di certo poco. Siamo di fronte a tutto quello che il rapper ci racconta
nei suoi album dall’ultimo disco di platino
“guerra e pace” a quello di rap in guerra.
Fabrizio ci mette di fronte ai nostri difetti, dalla
straordinaria capacità a delinquere del popolo del bel paese fino all’incapacità
di adattarsi alle novità. L’ignoranza musicale, l’incapacità di parlarne ma
anche l’incapacità di capirla a causa dell’ignoranza dilagante soprattutto tra
i più giovani.
Anch’io come l’autore del libro non capisco il motivo di
acquistare una cosa palesemente tarocca, borse e occhiali in primis ma sopra a
tutto non comprare la maglietta o qualsiasi gadget ad un concerto che provenga
dallo stand del merchandising ufficiale e non fuori dal palazzetto. Tra l’altro
quello fuori è sempre di una qualità decisamente inferiore. Se vi piace sto
cazzo di cantante dategli sti cazzo di soldi per farlo andare avanti altrimenti
poi ve la scordate la musica che vi piace. Ma passiamo oltre perché sulla
questione pecuniaria è complicato e ci tornerò tra poco.
Una delle cose che più mi ha colpito è la lineare e semplice
descrizione del panorama musicale odierno, soprattutto quello rap, chiarendo
ogni aspetto ancora oscuro ai non addetti ai lavori.
Ora passiamo ad analizzare i punti deboli del libro ma anche
del ragionamento, del filo logico che segue l’MC cominciando dalla questione
album musicale. L'album costa 20 euro. Purtroppo i soldi non girano nelle mani
di 20enni universitari, almeno non nelle mie, e vedersi al cinema un film costa
sui 9 euro e un disco ne costa 20, non 15, 20. Cosa saranno mai 5 euro? Sti
cazzi. La musica gratis permette di allargare a dismisura i propri orizzonti.
Come l'avvento della stampa nel cinquecento. Se dici che i soldi affermano il
proprio successo e la solidità del proprio lavoro entri a far parte non proprio
di un circolo virtuoso. Cinepanettoni e Emma Marrone sono questo pure loro in
fondo. È una contraddizione bella e buona. il corollario che i soldi
definiscono il valore del tuo lavoro lascia un po' il tempo che trova: facciamo
un esempio cinematografico. Se “una notte da leoni” incassa più de “la grande
bellezza” ciò non significa che questo sia un film di più basso livello a
priori. Il valore commerciale di una produzione artistica non ne qualifica in
alcun modo la valenza contenutistica e le capacità del suo autore. Ci sono un
sacco di pittori novecenteschi che facevano la fame ed ora i loro dipinti
valgono più dello stato italiano. Fibra si è trovato a combattere con il demone
di ogni artista ovvero la pirateria ormai assodata della rete che porta via
incassi a tutto andare. Provate a vendere i dischi a 10 euro, dimezzate le
vostre vendite? No. Anche in un momento di crisi un disco a 10 euro lo si
prende se invece si comincia a parlare di 20 uno ci pensa. Parli di crisi e dei
produttori di basi che non abbassano i prezzi ma i prezzi non li abbassate pure
voi. E se ci avete già pensato, ma la major si rifiuta, non venite a fare le
vittime del sistema emule che non vi compra più un cazzo nessuno. Abbassare i
prezzi vorrebbe dire decurtare stipendi ai grandi manager e non sia mai. Però
non si diceva che non si poteva pensare di guadagnare lo stesso in un momento
di crisi?
Cover dell'ultimo album "Guerra e Pace" di Fabri Fibra |
Passando oltre, una buona parte dei fan di Fibra sono gli
stessi 15enni che si atteggiano da leoni dietro la tastiera e bloccati nella
loro gabbia d’oro dei loro genitori. Sono gli stessi che non capiscono le rime
ma fa figo ascoltare Fibra che dice un sacco di parolacce ma che alle parole “ringrazio
Roberto, a nome di tutti penso” non sanno di che cosa si stia parlando. E per
fortuna che molti di questi un libro non sa neanche cosa sia altrimenti si sarebbe
perso la possibilità di un altro disco di platino. Il problema di questi
ragazzini è che nessuno gli ha spiegato come funziona internet e la differenza
tra pubblico e privato e non la capiscono da soli, saturati come sono dalle
riviste e i blog di gossip.
Che piaccia o meno bisogna prendere atto che Fibra sia uno
delle figure più importanti della musica italiana, in questo libro oltre alle
sue idee, ci mette davanti alla fatiscenza della situazione delle giovani
generazioni italiane e inoltre “lui fa
il figo, lui parla, lui ci mette la faccia”: che non è poco.
Ps vi linko l’intervista nella trasmissione “il Testimone”
di PIF su MTV
http://ondemand.mtv.it/serie-tv/il-testimone/s05/il-testimone-s05e04-fabri-fibra-pif