Ho deciso di scrivere questo post perché ultimamente sul fb
ho visto uno stato che più o meno diceva così: “ancora Arrow? Che palle…” con
commenti sotto del tipo “mi fanno incazzare, rovinano tutti i personaggi dei
fumetti”, “peggio di Smallville” e simili. Vorrei un attimo fare un paio di
osservazioni; primo Arrow non è sicuramente paragonabile a Smallville, che si
concentrava sulle tematiche adolescenziali nelle prime stagioni facendo
scorgere solo lontanamente la vera natura di Clark Kent e nelle ultime facendo
cacare e basta. Arrow riprende un po’ le ambientazioni lugubri ma realistiche,
le tematiche e i profili psicologici dell’ultima trilogia di Batman: economia,
borsa, droghe, ricchi che odiano le classi più deboli o minimo se ne sbattono. In
maniera più soft? All’acqua di rosa? Certo, giustificato dal fatto che deve
essere un telefilm di successo altrimenti i soldi in America te li tolgono e
vai a finire sotto i ponti.
Rispondendo al primo commento direi: “ma Freccia Verde tu lo
conoscevi prima di Arrow?”, la risposta al 90% sarebbe no, l’8% conoscerebbe
Oliver Queen di fama, il 2 invece sa chi è e qual è stato lo scrittore migliore, il
periodo in cui ha raggiunto il picco della sua fama, la ricaduta nell'anonimato ecc. Il vero fan spera con
il telefilm in una nuova ascesa, come è successo per Batman con Nolan(arrivo di Snyder come sceneggiatore). Quindi da buon amico vi consiglio la miniserie
di Grell, “i cacciatori dell’arco lungo” e il successivo ciclo dello stesso
autore dell’arciere smeraldo, rintracciabile su rw-edizioni.it lo stanno
ristampando ultimamente. Il telefilm si ispira a piene mani da questi cicli,
non in maniera così profonda per quanto riguarda i temi droga e aids ma
cercando di non deludere i fan più accaniti. Il telefilm infatti propone la
vita del miliardario ancora provato dalla permanenza sull’isola(per gli
introspettivi), la storia d’amore travagliato con Laurel(per non deludere un
possibile pubblico femminile), i nemici che quasi mai sono dei villain veri e
propri bensì spacciatori, mafiosi, speculatori economici ecc. mantenendo così
fede alla natura di Green Arrow.
Il virile e convincentissimo Oliver Queen di Smallville |
Una visione banale e ridicola era quella fornitaci dal già
ricordato Smallville(vedi sopra), un Oliver Queen irriconoscibile e non
rinvenuto che oscilla tra il penoso e l’inguardabile, dal costume al fisico,
alla capacità recitativa. Mi vengono i brividi solo a guardarlo.
Poi ovviamente se uno deve fare a tutti i costi il duro e
puro non dirò certamente che è un perfetto freccia verde, ma come si fa a
creare un personaggio(e questo vale per tutti i personaggi di fumetti) che
nella media ha almeno una 50ina d’anni di scrittura alle spalle? Devi per forza
togliere qualcosa, senza snaturarlo certo e poi renderlo un prodotto vendibile.
Purtroppo la logica del consumismo/consumatore sta anche a queste logiche, una
produzione che possa almeno realizzare lontanamente ciò che viene descritto
nelle pagine dei nostri comics preferiti deve essere per forza essere di grandi
dimensioni e quindi abbandonarsi a logiche di mercato. Una produzione
indipendente, con i fondi che generalmente possiede, non può sicuramente
arrivare a creare un’opera nemmeno lontanamente accettabile in questo campo.
Ma sono solo le mie opinioni…
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