lunedì 2 dicembre 2013

URLA NELLA NOTTE, Batman e l'abuso sui minori

copertina dell'ultima versione dell'albo edita da RW Lion edizioni
A sei giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne, ci troviamo a parlare di quella sui bambini. In questa graphic novel, sarebbe ingiusto definirlo un semplice fumetto, ci troviamo di fronte a 96 pagine in cui anche il vigilante di Gotham si trova faccia a faccia con la terribile verità dell’abuso sui minori. Non c’è niente ad alleggerire il tema: dai tratti ai colori, dalla sceneggiatura alla psicologia(leggermente ridisegnata) dei personaggi, tutto ci tiene coi piedi per terra, impietriti di fronte alla impressionante verità che ci viene raccontata da un medium, il fumetto, così anomalo per questi temi.
La storia si districa tra due stragi famigliari a cui per ora nessuno ha trovato risposta. Una consumatasi in un quartiere malfamato della città, l’altra invece in una mega villa in periferia. Cosa collega queste due stragi? Droga? Regolamento di conti? All’inizio sembra così ma poi pian piano, il crociato incappucciato trova il filo conduttore: l’abuso sui bambini da parte dei rispettivi genitori.

Batman ci si presenta in una veste più oscura che mai, in una situazione di crollo psicologico totale che alla fine lo porterà alla risoluzione del caso ma lo condurrà anche ad un’amara verità. Ma il vero protagonista in questo pregevole albo è il caro vecchio Jim Gordon in una delle sue esperienze di vita più delicate: la separazione dalla moglie Barbara e dal figlio James. Il commissario ha problemi con la moglie e piuttosto che tornare a casa si immerge nel lavoro. Anche se ormai non debba più occuparsi dei crimini di strada ma dell’aspetto gestionale del GCPD, non riesce a tenersi lontano da ogni caso che lo intrighi compromettendo però oltre che il suo rapporto con le sfere politiche, quello con suo figlio fino al punto di non ritorno. Quando, tentato dallo stress nel picchiare il figlio, il poliziotto si ferma, lo abbraccia e riconosce di avere dei problemi da risolvere è una scena a dir poco commovente. 

Tornando all’eroe pipistrello possiamo dire che con la risoluzione del caso non assistiamo al solito rilassamento, alla distensione dei toni anzi assistiamo ad un ulteriore incupimento delle tavole fino al nero finale che denota l’incapacità dell’eroe di difendere tutti i piccoli innocenti colpiti dalla violenza domestica e non. Questo albo suona come una vera e propria denuncia, una presa di posizione che ha la capacità di colpire chi legge, anche se si trova davanti ad un, alcuni direbbero, banale fumetto. Una conclusione che non può lasciare indifferenti.


“Nella notte, lui ascolta. Due milioni di casi. Duemila morti. Troppe grida. Qualcun altro dovrà ascoltarle. Nella notte lui ascolta. E sente solo il suono della propria voce che urla di frustrazione. Il grido di un pipistrello solitario incapace di trovare la via.”

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