BOYHOOD
Regista: Richard Linklater

Al di là della bellezza stilistica che possiede, l'opera di Linklater è UNICA. Mai vista prima, mai nemmeno sognata, sperimentazione totale. A mio parere certe prese di posizione vanno soltanto premiate, soprattutto quando si trasformano in ottimi film come questo. Nessuno si sarebbe mai sognato di girare un film per 12 anni (giustamente, sia chiaro), eppure Boyhood non è un pretesto fine a sé stesso per mostrare di saper fare qualcosa di originale. La crescita fisica dei protagonisti è accompagnata a quella psicologica, solo perché questo è il tema centrale di tutta la vicenda: crescere, vivere e apprendere dall'esperienza. Mason, insieme alla sua famiglia, dovrà compiere il proprio personalissimo viaggio, e capire qualcosa che non è chiaro a tutti, ma che può percepire solo lui.
Non troviamo una vera e propria morale, un messaggio che ci possa mettere l'anima in pace, ma solo riflessioni sul tempo e sui cambiamenti della vita. Devo dire che per questa volta lo apprezzo: basta con le solite morali su quanto è bello invecchiare, o su quanto è brutto; o su quanto è bello essere ragazzi e su quanti problemi hanno i ragazzi..non se ne può più, sono cose viste e riviste, e su cui nessuno, francamente, potrà mai dare un parere che vada bene a tutti. Quindi ancora una volta scelta azzeccata per Linklater.
Ottimo film, forse un po' lento in alcune (poche) parti, certo un po' lungo (165 minuti) ma direi per ovvi motivi. Da aggiungere sicuramente al vostro bagaglio culturale.
VOTO: 8,5/10
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