L'Estate è, insieme alle vacanze di Natale, il periodo dei grandi recuperi. Di cosa, di preciso? Beh, di parecchio cose: dei film, dei libri, delle serie tv, dei fumetti e tutte queste belle cose qui. Del resto, tutti abbiamo qualcosa che abbiamo sempre voluto vedere/leggere, e questi sono i periodi ideali per fare un bel dito medio alla nostra vita sociale, rinchiuderci nel nostro angolo di mondo e iniziare il recuperone. Nemmeno il Symo è esente da questi grandi recuperoni e, avendo da sempre avuto il cruccio di non esser mai riuscito a guardare Futurama con una certa costanza, s'è messo li e ha recuperato tutti i 140 episodi della serie. Dunque, perché parlare solo del suo finale e non dell'intera serie? Perché Futurama è una di quelle serie che parla da sé, non ha bisogno di recensioni, ha bisogno di farsi guardare e lasciarsi andare a risate incontrollate. Però, c'è bisogno di dire qualche parola sul finale e dire perché è stata una scelta matura e coraggiosa.
Innanzitutto, prima di parlare del perché il series finale (come lo chiamano i recensori seri) di Futurama sia un esempio da seguire per tutti quelli che portano avanti una storia raccontata con serialità, diamo qualche informazione tecnica, siccome ho immaginato che molti, nel leggere il titolo, abbiano gridato a squarcia gola frasi come: "Cosa? Futurama è finito? Dove, quando, perché, chi l'ha lasciato accadere? Chi l'ha permesso? Com'è potuto succedere!?". Il series finale di Futurama, 140° episodio della serie e 26° episodio della 7° e ultima stagione, s'intitola Meanwhile e venne trasmesso in USA ben due anni fa, cioè nel 2013; in Italia, la 7° e ultima stagione arriverà poco dopo e verrà trasmessa con tempi piuttosto dilatati: tra l'Ottobre del 2013 e l'Ottobre del 2014; l'ultimo episodio, di fatti, in Italia andò in onda il 1° Ottobre del 2014: quindi, volendo, nemmeno troppo tempo fa.
Eppure, pensandoci, sembra quasi una vita. Non tanto perché si parla del 2014 (che è effettivamente l'anno scorso) ma perché si ripensa sopratutto agli esordi del cartoon, dato che Futurama iniziò praticamente quando gente come me (nata nel 1990) aveva dieci anni; senza contare lo stop di cinque anni avvenuto nel 2003 e che portò la serie alla cancellazione e il suo successivo rinnovo nel 2008, tra una cosa e l'altra, il secondogenito di Matt Groening è durato ben sedici anni. Si, gli anni di stop non dovrebbero essere contati, ma fanno comunque parte della sua storia, quindi li contiamo. Detto questo, ora possiamo veramente parlare del finale della serie. Come ci muoviamo? Avete un pò di possibilità. A) O vi sparate il riassunto che trovate dopo l'immagine (riassunto che conterrà degli spoiler sulla puntata, quindi, se non volete leggere dovete evidenziarlo col mouse), oppure B) Vi sparate venti minuti di puntata guardandovela in Italiano e in streaming a questo link. A voi la scelte. In ogni caso, dopo lo spazio bianco, ci saranno le mie considerazioni. E badate bene: considerazioni, non recensione.
Il Professor Farnsworth inventa un macchinario che fa tornare indietro il tempo di 10 secondi (l'invenzione necessità però di 10 secondi di ricarica prima di poter essere utilizzata nuovamente) ed una capsula immune alle variazioni di tempo. Fry di nascosto ruba il macchinario poiché sta organizzando una sorpresa in grande stile per Leela, che dopo le prime battute dell'episodio che l'hanno vista in pericolo di vita, Fry realizza che la ama troppo e non può vivere senza di lei, decidendo quindi di chiederle di sposarlo. Dopo la sua proposta, Fry invita Leela a prendersi del tempo per pensare e, se la sua risposta fosse stata un "si", di raggiungerlo all'ultimo piano del grattacielo Vampire State Building alle ore 18.30. Non vedendola, arrivare decide di suicidarsi, ma mentre precipita dal grattacielo la vede comparire puntualmente davanti al palazzo e Fry si accorge troppo tardi che il suo orologio è avanti di mezzora; dunque clicca il pulsante del macchinario, però 10 secondi prima si era già gettato nel vuoto, quindi continua a cliccare il pulsante ogni 10 secondi, rimanendo bloccato in una sorta di loop.
Nel mentre il Professore, rifugiato all'interno della capsula dell'immunità, si accorge del loop temporale e invita la ciurmaglia ad entrare nella capsula con lui e (una volta dentro di essa) raggiungono Fry per porre fine all'anomalia. Giunti davanti alla torre vedono Fry cadere, ma quest'ultimo nel vedere gli amici, si distrae e perde il macchinario dalle mani, morendo spiaccicato; nello stesso momento, il Professore esce dalla capsula dell'immunità, ma sfortunatamente per lui, Leela preme il bottone e Farnsworth scompare in un vortice. Leela dunque continuerà a premere il bottone e continuerà a far vivere Fry in un loop che comprende anche la sua morte, intanto che lei e il resto della Planet Express pensano a come risolvere la situazione; interviene Bender che, con un colpo di genio, fa gonfiare il proprio air-bag sul quale Fry cade e rimbalza, solo per poi cadere a terra proprio sul macchinario, rompendolo. Tutto l'universo si blocca, esclusi Fry e Leela.
I due decidono, nonostante tutto, di sposarsi ugualmente e di partire per una luna di miele che durerà tutto il resto della loro vita. Dopo aver girato il mondo a piedi, una volta invecchiati tornano al Vampire State Building per consumare il brindisi che Fry aveva programmato anni fa, dove si palesa il Professore, il quale era sempre stato presente sotto forma di uno strano scintillio, bloccato in un universo parallelo e in cerca del macchinario da riparare. Una volta riparato, Il Professore avverte che una volta che avrà cliccato il pulsante, il tempo sarebbe tornato indietro all'attimo prima in cui lui avrebbe inventato il macchinario, costringendo tutti (ma proprio tutti) a rivivere eternamente lo loro vita da capo a partire da quel momento. Fry e Leela approvano e il Professore preme il pulsante.
E questo, era il finale di Futurama. Parliamone meglio ora.
Come avevo detto in apertura, Nel Frattempo (come è stato tradotto Meanwhile in Italiano) è un episodio che deve fare scuola e che si deve porre come esempio per tutti coloro che portano avanti una certa serialità. Sia chiaro, l'episodio in sé, a mio parere, non è esattamente un capolavoro, dato che le battute al suo interno non sono poi così divertenti, visto che si pone più come episodio riflessivo, che esilarante; e anche sul quel punto, la puntata procede con una certa stanchezza e poca energia: più intriso di ansia da prestazione, che con la solita demenziale sicurezza del cartoon (da una parte va anche capito: in effetti, è paradossalmente più difficile fare un finale di una serie alla Futurama o alla Simpson, piuttosto che una più drammatica) Però è da valorizzare il fatto che, ad una certa, showunner e sceneggiatori hanno deciso che era il caso di chiudere il cerchio. Che era il caso di dire quel "basta": ma non un "basta" tenente al negativo, ma un "basta" tendente al "ho dato tutto quello che potevo dare per questa serie, oltre che dire tutto quello che potevo dire, meglio chiuderla qui".
Benché i network televisivi guardino i numeri, gli share e i ratings, ancora nessuno sembra aver capito/sembra non voler ammettere, che la creazione di una serie animata (come la creazione di molte altre serie non animate) è un processo esclusivamente legato all'arte. In questo contesto, si vive per raccontare e far suscitare emozioni di qualsiasi tipo: si vive, insomma, per il puro gusto di raccontare, di scrivere e di animare rendendo pubbliche le cose che ci stanno a cuore; se però si comincia a creare e inventare con il solo scopo di continuare a guadagnare con quella serie ed occupare uno spazio nella programmazione e pubblicazione, allora quella serie è morta a prescindere, perché i meccanismi che la muovono, non sono più legati all'anima, alla fantasia, all'inventiva. Non diventa più un "lavorare per vivere", ma un triste ed amaro "vivere per lavorare". Con questo non voglio dire che Futurama stava rischiando di diventare questo, ma quando le idee finisco, oppure quando la storia (in caso di trama orizzontale) portano gli eventi ad una certa conclusione, è bene farsi un esame di coscienza e avere il coraggio di andarsene finché si può ancora tenere la testa alta.
Meanwhile è un finale adulto e coraggio per questo, perché ci si è accorti che il potenziale della serie lo si è sfruttato fino all'invero simile, oltre che aver avuto le palle di chiuderla in un periodo in cui molte serie di discutibile fattura vanno avanti sfruttando fanservice o terribili clichè del loro genere solo per azzeccare più stagioni, occupare un palinsesto e ricevere il soldo da vecchi appassionanti o da gente che di trame e serialità non solo capisce poco, ma che guarda solo perché abbisogna di 20/40 minuti di totale spegnimento del cervello: in genere, quelli che ci rimangono male per la cancellazione di telefilm di merda come Selfie, atto che dimostra che (a volte) la giustizia esiste e funziona. Meanwhile è stato ed è, insomma, un atto di amore per la propria creatura, oltre che la degna restituzione della fiducia data a network televisivi e fan che si sono battuti per il suo rinnovo, veramente avvenuto poi nel 2008, come detto sopra.
"Avete creduto in questo progetto. Vi siete a lui affezionati e gli avete voluto bene tanto quanto ne ho voluto io. Quindi, io vi ripago così, magari non con un finale obiettivamente e oggettivamente perfetto, ma ideale e perfetto per Futurama": non sono sicuro abbiano detto proprio così, ma da quanto si vedere in Nel Frattempo, sembra che Matt Groening e David X. Cohen abbiano pensato una cosa simile. Pur non essendo perfettissimo, è il miglior finale che potevamo sperare per Fry: l'avatar della demenzialità e della stupidità, una maschera sconclusionata, rimbambita e da adorabile perdente che (almeno una volta) tutti abbiamo indossato. Se mai gli abbiamo mai voluto bene o ci siamo mai preoccupati per lui, se qualche volta l'abbiamo addirittura considerato un amico, questo è il miglior regalo che poteva essergli fatto: passare tutta la vita quel momento speciale, e passarlo di nuovo, sempre e per sempre.
Un finale coraggioso e adulto, quello di Futurama: perché si è avuto le palle di scrivere un degno epilogo, quando ancora c'era inventiva per farlo, ma sopratutto perché è stato coerente a sé stesso fino alla fine, rifiutandosi di andare avanti because money. Un finale che dice grazie, noi gli diciamo prego ma anche grazie, e lui ci dice prego e poi grazie, ma anche noi poi diciamo prego e grazie, e lui ribatte nuovamente come prima. Così in loop. Tutto ha una fine. E se ce ne viene data l'occasione, meglio prendere la palla al balzo, e chiuderla nella giusta maniera. Perché le occasione di scegliere come chiudere il cerchio, e di sceglierlo per conto nostro, sono pochissime. Meglio approfittarne. Magari viene fuori pure qualcosa di memorabile.
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