Impacchettato il cortometraggio e scartate quindi le società
di distribuzione ci accingiamo ad inviare il nostro corto ai grandi festival
internazionali incuranti del giudizio altrui ma soprattutto delle politiche del
cinema che conta. Perché come si sa il festival dà lustro al lavoro
cinematografico e il nostro lavoro sarà sicuramente apprezzato da tutti e
selezionato a Venezia. Il red carpet aspettava solo me d’altronde.
Purtroppo non funziona così. Se teoricamente i festival
premiano la qualità dei lavori molto spesso ci ritroviamo ad un funzionamento
leggermente diverso. Partiamo dai maggiori europei, con quelli americani ho
poca confidenza. Solitamente gli sponsor maggiori di queste manifestazioni sono
le stesse distribuzioni gigantesche che non vi hanno accettato il lavoro quando
gliel’avete proposto. Di conseguenza anche per i lavori più piccoli hanno i
loro registi da piazzare. C’è sicuramente una realtà tecnica, un corto girato
con una macchina fotografica non può competere quasi mai con uno girato con
tutte le attrezzature corrette. Anche se a livello narrativo può esserne
superiore. Quindi più o meno i major festival sono per le major, l’eccezione
poi ci può essere.
Il sottobosco dei festival minori è in continuo aumento. È un
pro e un contro per gli indie, maggiori piazze ma anche minor valore della
selezione. C’è stato un fiorire di festival online per esempio, senza quindi un
evento fisico, si paga la fee iniziale, molte volte è addirittura mensile lo “svolgimento”
del festival, quasi sicuramente si viene selezionati e con buone probabilità si
vince pure qualcosa. Il fatto qual è, è che il film non l’avrà visto nessuno,
nessuno ti avrà notato, non discuterai con nessun regista o produttore,
aggiungerai solo una coroncina al tuo palmares. Un palmares che avrà senso di
esistere solo fino a quando qualcuno del settore non verificherà che hai pagato
60 euro per un evento che non esiste se non virtualmente, che avviene ogni
mese, che premia sostanzialmente tutti i partecipanti. Quindi hai pagato per
vantarti con i tuoi amici, contento te.
Ci sono poi festival minori molto interessanti che si
svolgono esattamente come quelli sacri del cinema “vero”. Hanno uno svolgimento
vero e proprio e possono essere un buon trampolino per i primi lavori, per
conoscere altre persone e creare un minimo di network, mostrare il proprio
lavoro alla platea, coglierne le reazioni e capire cosa c’è da migliorare. Perché
quando vedi il tuo corto proiettato sul grande schermo con un sistema audio da
cinema l’impatto è totalmente diverso rispetto a quando lo si vede in
montaggio. Solitamente questi festival hanno delle fee molto basse e
accessibili, premiano tendenzialmente i lavori che riflettono la loro identità
come festival quindi attenzione a scegliere quelli adatti, molti hanno un
livello medio alto per quanto riguarda la selezione dei lavori quindi comunque
attenzione a proporre il tuo primo cortometraggio.
In conclusione, il mercato festivaliero è diventato anch’esso
un business vero e proprio, i festival molte volte sono associazioni create col
solo scopo di guadagnarci un pacco di soldi con delle spese minime o nulle(vedi
quelli online). L’unica arma che ha il piccolo produttore indie è quella di
armarsi di pazienza e passare in rassegna ogni festival presente sulle varie
piattaforme disponibili e capire dove si ha la possibilità almeno di essere
selezionati senza buttare via un pacco di soldi per dei riconoscimenti che in
realtà giocano solo a sfavore del proprio prodotto.
Con questo episodio si conclude questa rubrica. Grazie a
tutti quelli che l’hanno seguita, commentate e scrivetemi se volete qualche
dritta a proposito di questo fantastico e terrificante mondo.
Un saluto
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