Ultimamente ho parlato molto insieme ad alcuni miei amici, di diverse età, a proposito delle interpretazioni cinematografiche del celebre uomo pipistrello; ed è venuto fuori che non tutti sono unanimemente d’accordo sul fatto che l’interpretazione migliore sia stata quella offerta da Bale. Ma il discorso non è finito assolutamente qua, anzi, è solo la punta dell’iceberg. Infatti, andando più a fondo ho scoperto che non solo Bale non ha convinto ma neanche il film, o sarebbe meglio dire i film nel complesso non hanno convinto più di tanto. Questa cosa mi ha lasciato un po’ di sasso e allora eliminando l’inguardabile Batman e Robin con Clooney ci siamo ritrovati a discutere dell’inconfutabile bravura del caro e vecchio Tim Burton… a dirla tutta, non è che mi sia convinto più di tanto…
Ora
analizziamo in sintesi i due film che si somigliano più tra di
loro(fondamentalmente per la presenza di Joker come villain principale) e
ovvero Batman del 1989 by Tim Burton e The Dark Knight di Christopher Nolan.
Tim Burton
La città: il
regista ci offre una visione gotica, surreale di Gotham City basata sul fumetto
anni ’80, edifici altissimi, super decorati di statue e gargoyle.
Batman: è
interpretato da Micheal Keaton, attore famoso all’epoca, che ci offre un’interpretazione
dell’eroe abbastanza controversa: nel ruolo di Bruce è ambiguo, a tratti goffo,
a tratti playboy. Nel momento in cui indossa il costume è poco credibile, sia
per il costume che sembra di una taglia in più, sia per le movenze. Quando solleva
di peso l’ancora Jack Napier non è davvero credibile, sembra una puntata dei Power
Rangers. Ciò che poi mi manda in bestia è la naturalezza con cui Batman decide di far esplodere, attraverso le bombe posizionate sulla batmobile, la fabbrica chimica del Joker, nonostante al suo interno vi siano palesemente delle persone.
Joker:
ecco, qua mi prenderò gli insulti. Il clown tanto amato da grandi e piccini è
interpretato da quell’imponente attore che è Nicholson. Il problema è che non
mi convince fino in fondo. Perché è troppo enfatico, falso, sembra che non gli
appartenga quel sorriso. L’interpretazione è sicuramente convincente(il pazzo
lo fa in tanti di quei film che per forza sarà bravo) ma è solo pazzo. Non è
caotico, disordinato almeno apparentemente. È un criminale come gli altri, solo
un po’ più eccentrico. Inoltre Joker vuole uccidere Batman: ERROR. Questi due personaggi sono complementari, se non c'è uno, l'altro non ha senso di esistere. Joker questo lo sa, è consapevole che lui è l'uomo pipistrello sono indissolubilmente legati, nella caratterizzazione di Burton questo passaggio manca completamente, anzi viene totalmente stravolto con un io ho creato te, tu hai creato me che sinceramente non convince. Ultimi due punti fondamentali: il clown ammazza i genitori di Wayne mandando a quel paese Joe Chill; secondo, Joker muore e direi che sia un naturale stravolgimento di tutto quello che sta dietro Batman.
Alfred: è un personaggio Burtoniano a tutti gli effetti, a volte sembra quasi Lerch della famiglia Addams, a tratti addirittura non umano.
Harvey Dent: è nero. Credo basti per rendere l’idea.
Jim Gordon:
a parte il grado di commissario che durante il primo anno di attività di batman
il caro e vecchio Jim non ha ma… chi è sto vecchio? Ha 2000 anni, ha la pancia
e sembra sempre in cerca di un bicchiere di Whisky. Personaggio insignificante.
Infine,
Burton mette in scena un ottimo spettacolo, a volte scricchiolante, le
interpretazioni comprese. Mette in scena quello in cui lui è sicuramente il
maestro: un movie gotico dark surreale. Ma oltre che a fare il suo solito
lavoro, i suoi film più recenti ne sono una riconferma, non lascia altro che
una buona pellicola sul crociato incappucciato. In definitiva il regista di Alice in Wonderland ci offre una versione patinata e cartoon, un piccolo esempio stupido: i vestiti di Joker. Da questo film prenderanno poi spunto Paul Dini e Bruce Timm per la serie animata più famosa dell'uomo pipistrello.
Christopher Nolan
La città: una
Gotham City possibile, senza scenari impossibili e grattacieli paurosamente alti.
Quando per la prima volta si vede la città non ci sembra nient’altro che una
metropoli americana, la metafora fumettistica è quindi possibile: Gotham uguale
corruzione e decadimento.
Batman: Bale,
figo, fisicato e non bambolotto come era Kilmer, aveva grandi speranze di
essere realmente il pipistrello definitivo. Purtroppo non è così perché a
tratti viene surclassato dalla potenza dei villains ultra caratterizzati. Sicuramente
rimane il migliore, incarna il dubbio, le seghe mentali e l’insicurezza di un
uomo e non di un supereroe. I lati oscuri, a tratti l’incapacità di agire più
psicologica che fisica mettono in luce un cavaliere oscuro alle prime armi e al
primo incontro con il pagliaccio. La mancanza di un’immediata reazione ai giochi
dispotici del clown non è una debolezza intrinseca del personaggio ma la reale
incapacità dell’uomo di reagire alla follia e di porvi rimedio. Per chi si
oppone alla mia scelta affermando l’inesistenza della componente Bruce Wayne
dico che è un pretesto. Bruce Wayne è Batman, non si può dire lo stesso per
esempio di Peter Parker e l’uomo ragno.
Joker: Ledger
entra di prepotenza come, in questo momento, l’unico Joker possibile,
incarnando la nemesi del cavaliere oscuro. Pianifica tutto e niente, avendo in
mente il quadro generale ma non le variabili secondo cui sviluppare il proprio
piano. Come il resto del film è una visione realistica del villain creato da
Bob Kane, non fumettistica ma soprattutto non cartonata come quella di Burton. Ogni
gesto è studiato, velocizzato o rallentato alla perfezione, ogni movimento
della bocca e della lingua in esatta sincronia con il resto del corpo. Inoltre c'è la consapevolezza di complementarietà tra lui e Batman, elemento totalmente mancante come detto in precedenza nel film di Burton. Ledger non
interpreta Joker, è il Joker.
Alfred: un attorone come sir Michael Caine non può fallire in questo ruolo, se lo ritaglia addosso come vuole lui: figura paterna, amico e consigliere. È Alfred non ci si può sbagliare.
Harvey
Dent: dice una delle frasi che condizioneranno il film, ha la faccia del
bonaccione/eroe ma in realtà ha molto da nascondere, non per niente alla prima
occasione abbandona tutti gli ideali e i propri valori per la semplice
vendetta. Ruolo quasi marginale ma gestito molto bene dall’interprete Aaron Eckhart.
Jim Gordon:
anche in questo caso, come per Alfred, interprete scelto alla perfezione; il
Dracula di Coppola, Gary Oldman risulta un ottimo commissario Gordon. Il baffone
più famoso dopo quello della Moretti in balia della corruzione e a tratti
incapace di destreggiarsi nella polizia peggiore del mondo riuscirà a crescere,
a seguire un processo di formazione come l’uomo pipistrello anche se poi dovrà
sporcarsi le mani per proteggere la sicurezza di Gotham.
Per concludere,
Nolan porta sul grande schermo un Batman rivisitato, poco fedele al fumetto
originale, gadget e origini comprese, ma molto solido nelle interpretazioni e
nelle scenografie. Spogliandolo di tutti i connotati supernaturalistici e
irrealistici crea un film molto credibile e sicuramente migliore rispetto ai
suoi predecessori. La psicologia dei personaggi è ben delineata e anche ai
detrattori del Batman nolaniano do degli spunti su cui riflettere: decadenza
del supereroe, ritiro dalla vita sociale, wall street e la ricchezza per il
sociale. I toni sono più maturi, adulti rispetto a Burton, ben lungi dall'essere un film impegnato, dá comunque notevoli spunti su cui riflettere.
PS Il metodo
Nolan sta condizionando inoltre l’ultime serie tv targata DC ovvero Arrow e ha
condizionato la scelta di uno sceneggiatore come Scott Snyder nella testata Batman.
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