martedì 17 maggio 2016

UNCHARTED 4: FINE DI UN LADRO, recensione in pillole - SPOILER FREE


Eccoci qua! Torno dopo mesi d’assenza ma i miei impegni sono diventati veramente incalzanti e ho poco tempo per scrivere su questo blog. Mi trovato con la mia organizzazione IndieVolpe, qui o qui, per capire meglio cosa ho cominciato a fare.

Oggi però sono qui per parlarvi dell’ultima fatica Naughty Dog UNCHARTED 4: FINE DI UN LADRO.

Recensione in pillole dato che ancora non ho avuto tempo di finire il gioco e credo di essere circa a metà.
Il gioco è come il resto della saga incredibile a livello grafico e si presenta come la potenza prima in questo settore per quanto riguarda PS. Incredibili paesaggi ricostruiti in maniera impeccabile vi stupiranno davvero questa volta.
Spendo un paio di parole sulla colonna sonora che dà davvero i brividi, le prime tre erano stupende ma questa è davvero incredibile.


Se il terzo capitolo della saga la trama aveva lasciato un po’ a desiderare, anche il comparto storytelling nonostante l’alta componente cinematografica, questo capitolo riprende il fascino dei primi due e anzi lo arricchisce con video ancor più curati ed un approfondimento psicologico davvero notevole. Credo che non ci sia niente di meglio in fattore videoludico forse l’ultimo ARKHAM KNIGHT. Per quanto riguarda la sinossi della storia però non mi posso sbilanciare troppo perché sono solo a metà ed aggiornerò la recensione appena concluso l’esperienza.
La differenza che salta all’occhio dopo poche ore di gioco rispetto agli altri capitoli è il fattore sparatorie. Sono molto più sporadiche infatti e i narratori hanno preferito traversate e fase di esplorazione molto più lunghe e coinvolgenti creando dei veri e propri mini open world per ogni “livello” del gioco, davvero davvero notevole.

Il gioco è incredibile soprattutto per gli amanti del cinema, che vedranno trasposto un vero e proprio kolossal americano. Incredibilmente più reale e convincente degli ultimi film usciti in sala. Esatto Uncharted è molto più di un videogioco, è un’esperienza incredibile.



VOTO 9,5/10

lunedì 29 febbraio 2016

SPECIALE DIFFERITA OSCAR 2016


È arrivata la notte magica. È arrivata e ha dato a tutti ciò che doveva dare: il peggio dei social network. Tutti i maggiori emittenti televisivi e giornali hanno fatto la diretta di un evento che ormai è diventato anche un po’ nostro. A noi italiani ci piace un po’ appropriarci di queste cose spettacolari che arrivano da oltreoceano perché ci piacciono. Sarà anche che da noi al David di Donatello ci mettiamo Ruffini a condurre ma questa è un’altra storia. Dicevo, dato che tutti hanno fatto la diretta io vi faccio la differita, ma andrò oltre: vi faccio la differita di quello che ha preceduto la serata e di quello che è successo oggi. L’ora è quella ovviamente italiana

Ore 20.00 su Facebook si scatena il pandemonio. Toto oscar da brividi. Fondamentalmente tutti se ne sono sbattuti di qualsiasi categoria tranne di quella per il miglior ruolo maschile. I candidati sono DiCaprio, Cranston, Redmayne, Hardy e Fassbender. Gli ultimi due quasi se li dimenticano pure quelli dell’Academy. Interpretazioni tutte mirabolanti quest’anno, ma il popolo si è diviso in due Cranston contro DiCaprio. E qui, qui sono volate le puttanate. Cranston idolo indiscusso dei cinefili d’Italia, dopo Breaking Bad è un beniamino nazionale. “deve vincerlo lui! Attore a 360 gradi” “DiCaprio non parla nemmeno nel film” “Cranston proprio non si capiva neppure fosse quello di Breaking Bad”. Perché infatti quando guardavo Revenant DiCaprio me lo vedevo in tutti gli altri ruoli, un po’ Jack di Titanic sì dai.

Ore 20.30 teneramente qualche ragazzina si sbilancia su Redmayne e veniva zittita con il classico: “ma che? Il film col travone?”

Ore 22.50 comincia la diretta, dopo una mezzora a vedere ciccione che passavano sul red carpet cercando la toilette decido che è meglio ingannare il tempo con una puntata di Modern Family.

Ore 23.50 me ne vado a letto tanto succede na sega. Quanto cazzo sono lenti sti americani?

Ore 4.47 mi sveglio, un cazzo di uccello gigante probabilmente uno pterodattilo urla impazzito fuori dalla mia finestra. Non smette. Guardo il cellulare, hanno premiato chi? Nessuno tanto ci fotte solo di Leo. Poi Morricone, momento emozionante per tutti, lui che non ha mai voluto imparare l’inglese nonostante lavori solo per loro ormai. Orgoglioso di essere italiano. E poi Leo, finalmente porco porco. Lo pterodattilo vola via e mi riaddormento.

Ore 8.00 sveglia. Inarritu ancora vincitore, terza volta che un regista vince consecutivamente un oscar per la miglior regia. E poi il premio pseudo politico: Spotlight, film sul caso dei preti pedofili a Boston. Ma che di apprezzabile ha veramente poco.


Ore 11.00 si scatena un’altra corsa alla cazzata più grossa che si concreta in un post dove Revenant viene classificato come una commercialata. È il peggio che si può sentire data la fotografia, la trama lentissima e la mancanza quasi assoluta di dialoghi. Però qualche difetto lo devi trovare se non vince Cranston. Ma almeno cercatelo bene.

Adesso alla luce delle 8 di sera del giorno dopo, ripetete tutti insieme a me: “non devi per forza avere 4000 battute per vincere l’oscar, puoi anche fare un’interpretazione della madonna, stando male sul serio, mangiando fegato crudo, vivendo per davvero dentro una cazzo di foresta, girando sempre all’alba e sì, forse è la migliore interpretazione di Leo di sempre, orso compreso.



E GRAZIE ENNIO MORRICONE, l’umiltà magari esiste ancora in sto paese, da qualche parte.

lunedì 1 febbraio 2016

Cinque Tipologie di Marvel Villains

C'è una cosa che, quando siamo piccoli, film come quelli della Disney ci insegnano di terribilmente sbagliato: che non tutto è solo bianco o solo nero. Questo lo si capisce da come vengono trattati i cattivi all'interno dei loro lungometraggi animati; ok che un bambino non capisce le sfumature e le contraddizioni di certi personaggi, ma (a mio parere) trovo che sia sbagliatissimo presentare tutti gli antagonisti del protagonista come terribili stronzi totalmente malvagi e dediti a far danni all'umanità solo per il gusto di fare danni. Sono affascinanti anche quel tipo di cattivo...ma non è l'unica tipologia di cattivo esistente. Non esiste solo il nero o solo il bianco ma, il più delle volte, le persone (come i cattivi) si presentano piene di sfumature di grigio; un bambino forse non potrà mai capire le sfumature di grigio...ma prima imparare, meglio sarà per lui! Ragionando su questo, m'è venuta una voglia tremenda di fare questo post dove individuavo Cinque Tipologie di Marvel Villains


Come mai ho scelto i cattivoni della Casa Delle Idee? Perchè, secondo me, la Marvel è stata la prima casa editrice di fumetti a cercare di dare una certa profondità ai loro villains e a valorizzare altre categorie oltre al cattivo puro (poi oh, magari mi sbaglio). Nella mia lunga carriera da lettore, spulciando un pò attraverso la vasta rouge gallery della Marvel ho individuato cinque tipologie di cattivi che poi hanno ispirato bene o male tutti i villains successivi e che hanno aiutato in qualche modo a scrivere nuovi tipi di antagonisti. Vediamoli insieme!



L'Incompreso


L'Incompreso e quel personaggio che sta sempre all'ombra di un altro, che si impegna un macello per ricevere gli stessi riconoscimenti che a lui non vengono riconosciuti, che fa di tutto per farsi notare e ricevere un misero pat pat sulla testa accompagnato da un: "Bravo"...però non ce la fa. Non ce la fa e, per di più, viene trascurato ed evitato da praticamente tutto il vicinato/parco di conoscenti. Quindi la sua mente rimugina e arriva alla conclusione che, se nessuno lo guarda perchè si comporta esattamente come l'altro personaggio (o addirittura meglio) che gli fotte le luci della ribalta, forse è il caso di comportarsi peggio, di atteggiarsi in maniera contraria a quella che l'ormai odiato rivale e di prendersi una rivincita su tutti quelli che non hanno mai scommesso su di lui. E da qui, parte la sua carriera criminale. L'Incompreso non è altro che un mix di invidia verso qualcuno e del rancore per i successi non riconosciuti. L'esempio perfetto per questa tipologia non poteva essere che Loki: da secoli all'ombra del fratello, trascurato praticamente da chiunque (pure dai sassi) e ora cerca il suo posto nel mondo demolendo tutto ciò che lo ostacola. Un altro esempio potrebbe essere Galactus, etichettato come villain solo perchè mangia i pianeti; non è che si diverte eh, è solo che è attraverso l'energia sprigionata dall'esplosione di un pianeta che riesce a sfamarsi. E' nato così del resto, non è colpa sua. 



Il Buono


"Uo, uo, uo, uuuooo! Aspetta un momento! Come fà un cattivo ad essere buono?" Direte voi, dopo aver letto il titolo di questa tipologia. Beh, semplice cari lettori miei: un cattivo buono è in realtà un buono che, per far valere le sue ragioni e i suoi obiettivi, usa metodi da cattivo; Magneto, infatti, è l'esempio perfetto per questa categoria. Il Signore Del Magnetismo, a conti fatti, non è veramente cattivo...è la società che lo ha reso cattivo; egli è sia un ebreo che un mutante ed è nato e cresciuto in un periodo storico dove il mondo odiava entrambe le cose (la Seconda Guerra Mondiale), fu rinchiuso nei campi di concentramento e subì violente di ogni tipo solo perchè è diverso da tutti i normali esseri umani. Tutto quello che Magneto vuole è solo che il mondo riconosca ai mutanti dei veri diritti, che la piantino con le persecuzioni, che comincino ad avere una apertura mentale e mettersi in testa che sono il nuovo stadio dell'umanità; a conti fatti, Magneto è forse il più grande attivista politico dei fumetti e che combatte contro ideali sbagliati basati sul razzismo e anti-semitismo più totale...solo che, avendo avuto un passato difficile, doloroso e che lo ha visto subire cattiverie di ogni genere, Erik Lensherr ha capito che l'umanità capisce solo la forza e la violenza. In verità è un buono che si batte per uno scopo oltremodo nobile...ma lo fa con i mezzi sbagliati, seminando terrore, minacciando, uccidendo, causando rivolte e tutto quello che farebbe un cattivo per ottenere quello che vuole. E' un buono che s'è rotto i coglioni, in pratica. Un altro esempio simile, può essere Venom ai tempi di Eddie Brock; il duo Brock/simbionte si comportavano da eroi...solo che avevano quel piccolo problema che ammazzavano gente a destra e manca, gli mangiavano il cervello e odiavano a morte l'Uomo Ragno.



Il Megalomane


E qui si entra un pò nel complesso. Il Megalomane è forse la tipologia di cattivo con le sfaccettature più complesse e varie; caratterialmente, è un mix di vanità, complesso di superiorità e voglia di primeggiare praticamente in qualsiasi campo...ma! Siccome non è che può farlo e basta, così, giusto per sport, allora Il Megalomane si sceglie un obiettivo da portare a termine così che possa urlare a tutto il mondo: "Guardatemi! Sono superiore a voi perchè io sono riuscito dove voi non ce l'avete fatta! E sono il primo a farlo! Il primo a pensarci! Il primo! Il primo! Il primo! Guuuaaardaaateeemiii!". Perchè Il Megalomane è tipo un mezzo di trasporto: quello funziona a benzina, lui a gente che gli riconoscere la sua grandezza/che lo riempire di complimenti/che gli lecca i piedi/che si prostra a lui giurandogli fedeltà...però, questa tipologia di cattivo è anche un pò da paragonare a Zeno Cosini quando cerca di smettere di fumare nel libro "La Coscienza Di Zeno". Qualcosa dentro di loro gli impedisce sempre di portare a termine completamente i loro obiettivo, perchè Il Megalomane ha anche bisogno di essere stimolato e se non ci sono avversari su cui dimostrare i propri assi nella manica, allora tutto è inutile; non ha senso per questo tipo di villain raggiungere il suo obiettivo se, ogni tanto, non riconferma il suo senso di superiorità...e quindi, si lascia sempre spazio per eventuali scontri futuri e anche le vittorie definitive che hanno sul loro principale rivale non dureranno mai per lungo tempo. A questo genere di villains piace in maniera spasmodica dimostrare le loro capacità e annichilire nelle maniere più umilianti i loro avversari, dimostrando così il proprio progresso e la propria superiorità, per questo non completeranno mai davvero il loro obiettivo. E' un pò come la storia di Zenigata e Lupin: l'Ispettore non prenderà mai Lupin, un pò perchè non ce la fa e un pò perchè non vuole; il gusto è nella caccia, nella sfida, non nella cattura. Il Megalomane è di sicuro uno dei più difficili da capire e uno dei più difficili con cui avere a che fare, dato che pure il personaggio megalomane in sè è consapevole delle sue potenzialità e potenza, quindi pretenderà da se stesso un sempre maggior impegno e ingegnosità da convertire in un piano di mastodontica portata dove, il suddetto, verrà attuato tramite strampalati congegni di sua invenzione (solitamente, di innovativa natura tecnologica); dal megalomane non vedrete mai una sconfitta dell'eroe in uno scontro fisico...oh beh, certo, ci sarà anche quello...ma non prima di: averlo smascherato in pubblico, avergli ucciso la ragazza, fatto saltare la base e conquistato la sua città proclamandosi sindaco o re. Eh si, questo cattivo è pure spietato. Il Megalomane pensa in grande ed agisce in grande, in pratica; a differenza di altri villains, poi, sono i cattivi megalomani a prediligere l'utilizzo delle persone come pedine o servi...un pò perchè la vedono come tattica per raggiungere i loro scopi senza sporcarsi le mani, e un pò perchè godono nel controllare le persone. Però Il Megalomane ha anche una cartuccia di buonismo che spara per una cosa sola e una soltanto, che sia l'affetto per una persona, qualche passione innocente o per una causa nobile. L'esempio perfetto per questa tipologia di cattivo non poteva che essere il Dr. Destino (se vi state chiedendo a chi tenga lui davvero, beh, a Latveria e il suo popolo); un altro esempio calzante di questa tipologia è il Dr. Octopus (bene o male, tutti i criminali che si fan chiamare "Dottore" senza apparenti lauree sono così)



La Carogna


La Carogna possiamo considerarla come una sorta di sottogenere del Megalomane...o meglio, sotto certi aspetti, una sua versione light ma non meno cattiva o pericolosa. La Carogna, a causa di un evento determinante (che può essere un trauma o un evento particolarmente importante), si fissa su un determinato obiettivo egoistico che decide di portare a termine con tutte le sue forze, poteri e risorse, contando anche su una vasta ricerca di potenziamento al fine di aumentare le risorse che già possiede e aumentare le probabilità di successo. Lavora solitamente da solo e meno alleati ha, meglio sta; La Carogna ha anche una mentalità ristretta poichè è talmente fissato e ossessionato con il suo obiettivo che considera nemici e ostacoli tutti quelli che lo vogliono fermare, poichè questo cattivo (nella sua testa) è straconvintissimissimo di essere nel giusto e che se solo gli permettessero di fare, porterebbe prestigio e migliorie all'umanità. Con questo non si vuole dire che questo tipo di villain sia stupido o incapace di creare/portare a termine piani di grande portata come quelli del Megalomane, si dice solo che la sua idea è quella e non la cambierà mai per nulla al mondo. E, sempre a differenza del Megalomane: mentre la tipologia di villain di cui abbiamo parlato qualche riga sopra gioca un pò al gatto con il tipo con i suoi avversari, alla Carogna non interessano queste cose, poichè chiunque cerchi di impedirgli di far avverare il suo desiderio, deve essere distrutto nel peggiore dei modi. Chiunque non la pensi come lui e osa mettersi contro, è un nemico, una minaccia al raggiungimento del successo, ergo è da eliminare per evitare eventuali problemi futuri...e guai all'eroe se solo s'azzarda ad arrecargli qualche sgarro ai danni della Carogna, perchè se si chiama così un motivo c'è. E, a proposito di questo, La Carogna non saprebbe cos'è il fair play nemmeno se qualcuno glielo spiegasse con un disegno: questo villain, per raggiungere i suoi scopi, utilizza metodi subdoli, infami, crudeli, disonorevoli e meschini. Anche lui è capace di piani di grande portata ma, solitamente, mentre quelli del Megalomane solo per un obiettivo mirato, quelli della Carogna seminano spesso e volentieri morte e distruzione anche tra civili e innocenti che non hanno nulla a che fare con la sua deviata crociata. Oltre ad avere il classico cuore di pietra, è solitamente dotato di qualche potere o congegno che lo rende una autentica spina nel culo e quindi difficile da distruggere una volta per tutte. L'esempio perfetto è Ultron, dal corpo è fatto di adamantio (lega metallica più resistente del Marvel Universe) e il cui unico scopo della sua esistenza è sostituire ogni essere umano ad androidi come lui, poichè crede che la razza umana sia fallace e imperfetta. Altro esempio calzante, è il Teschio Rosso, villain che vuole a tutti costi ricostruire il Terzo Reich e dominarlo.



Il Sociopatico


Tipologia di villain abbastanza comune e trattata con superficialità e leggerezza, poichè (secondo i credi popolari) chi è cattivo, è anche pazzo. Ma noi sappiamo che non è vero, il più delle volte almeno. Il Sociopatico è forse la forma di cattivo più pura che si possa trovare in qualsiasi media di fantasia, dato che a questo tipo di villain interessa solo fare del male alla persona/cosa/obiettivo che hanno preso di mira; il suo interessa per l'odiato rivale/oggetto/obiettivo diventa presto una assuefante ossessione maniacale per Il Sociopatico, poichè rappresenta l'esatto opposto di sé stesso, una forza inarrestabile che non riesce nè a fermare, nè a piegare...ma! Invece di adirarsi, ne rimane piacevolmente contento e stupito, tant'è che l'interesse si tramuta in una ossessione così forte da essere quasi la sua ragione di vita; diventa addirittura una ossessione assuefante poichè al Sociopatico piace e diverte essere attratto così tanto dall'odio per il rivale o chicchessia...e, anche se non lo divertisse, qualcosa nell'avversario spinge Il Sociopatico a scontrarsi ripetutamente contro di lui come una calamita attratto da un magnete. Questo tipo di villain si dimostra uno dei tipi più pericolosi, se non forse il più pericoloso, poiché è il sunto di tutte le caratteristiche migliori del Megalomane e della Carogna: è capace di grandi, complessi e mastodontici piani come il primo, utilizzando un grande dispendio di mezzi, ma è anche in grado di attuarli con il carattere meschino, crudele e infame del secondo con una freddezza, lucidità e consapevolezza disarmante. Le differenze sono che: questi piani sono sempre mirati alla più totale sofferenza dell'eroe, e non alla conferma della superiorità del cattivo come succede per il Megalomane; mentre per quanto riguarda la Carogna, egli è così spietato solo perchè non se ne rende conto, è nella sua natura esserlo...mentre per Il Sociopatico è necessario e vitale che egli provi piacere dalle sofferenze altrui. Come un bimbo ha bisogno di bere latte per aiutare il rinforzo delle ossa, Il Sociopatico necessita di essere un vero stronzo crudele con il suo nemico, giusto per sentirci in pace con sé stesso. Questo tipo di villain, però, è sempre accompagnato da una pericolosa e incontrollabile malattia mentale che prende spesso e volentieri le rendi della sua testa più di quanto Il Sociopatico stesso vorrebbe ammettere. E' il male in persona? Finché qualcuno non mi presenta un altro tipo, la risposta è si. L'esempio degli esempio è ovviamente Goblin, la cui ossessione per l'Uomo Ragno è evidente (come il suo disturbo della personalità multipla); altro esempio calzante, è Carnage e il suo assuefante desiderio di uccidere e trucidare.



E questo è tutto gente. Come è stato questo viaggio nelle menti deviate dei Cattivi Marvel? E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo? Qualcuno di voi ha individuato un'altra tipologia di cattivo? Fatecelo sapercelo attraverso un commento!

domenica 24 gennaio 2016

Alpha Flight di John Byrne: la recensione

Oggi, vi parliamo di un piccolo capolavoro nell'ombra: Alpha Flight di John Byrne.


Dati Generali:
Testi: John Byrne
Disegni: John Byrne
Anno di Pubblicazione: 1983-1984
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Alpha Flight #1-28 (Vol. 1)
Prezzo: ND

Trama:
Guardian! Sciamano! Snowbird! Aurora! Northstar! Puck! Marrina! Sasquatch! Dalle pagine di X-MEN arriva Alpha Flight nella sua prima testata omonima! Nato per il volere Dipartimento H, il gruppo di supereroi Canadesi viene chiamato a reggimene per il bene dell'umanità, combattere l'ingiustizia e le forze del male in tutto il mondo!

Parliamone:
Il bello dei personaggi di Serie B, è che sono una polizia d'assicurazione garantita e collaudata. Se qualcuno di incapace ci mette mano, e partorisce cazzate, tutti s'indigneranno ma nessuno ne farà un'affare di stato, perché si parla comunque di personaggi che non hanno poi sta grande influenza e fan-base; se invece qualcuno di serio ci mette mano, e partorisce beltà a non finire, allora ecco che possono quasi spuntarti fuori i nuovi idoli delle masse: tutto, grazie al background di questi personaggi totalmente malleabile e sempre aperto ad interpretazioni, dove il team artistico coinvolto si permette di osare senza pietà (ma comunque nel rispetto della precedente tradizione). Il supergruppo canadese di Alpha Flight rientra nella seconda categoria dove, negli anni '80, vengono messi sotto l'ala protettiva di John Byrne: scrittore e disegnatore che, non dico fosse l'icona di quella decade (troppo esagerato dirlo), però si può dire che sia stato uno dei suoi più amati protagonisti ed esponenti.


Sotto l'attenta sceneggiatura di gente come Chris Claremont e Roger Stern, Byrne ha potuto distinguersi rispettivamente sulle pagine di Uncanny X-Men e Captain America contribuendo in maniera decisiva a scriverne un pezzo di mythos; ma non si fermerà qua, dato che metterà mano (pure in veste di scrittore) anche ai Fantastici Quattro, ai Vendicatori Della Costa Ovest, a Superman e a Namor, contribuendo anche per questi personaggi nel raccontare qualcosa che varrà la pena ricordare in futuro; non farà nessuna eccezione anche la sua Alpha Flight, che prenderà, plasmerà, ci creerà attorno una mitologia, un passato, rinarrerà le origini in maniera moderna e li trasformerà nei sul suo mashu-up Vendicatori/X-Men. Se dovessi descrivere la sua gestione in una sola frase, questa sarebbe: "quanto di più supereroico e innovativo in circolazione"; nonché John racconti qualcosa di nuovo a livello di tematiche, è solo che il loro status di personaggi di nicchia, conferisce a queste tematiche già trattate in precedenza nuovo slancio e smalto, proprio perché viste da una luce inedita al grande pubblico, facendo del tutto come se venisse detto per la prima volta in assoluto nel mondo dei comics. 


Il termine innovazione serve per descriverne il disegno, dove Byrne si diverte un sacco a sperimentare nuove inquadrature e nuove soluzione grafiche davvero accattivanti. Osservate, per esempio, questa tavola soprastante, che mostra una lotta combattuta in mezzo ad una terribile bufera di neve. Byrne stesso si chiede "se è così terribile tanto da non far vedere nulla, perché non farla vedere del tutto?". Ed è, infatti, quello che fa. Per il resto, beh, i primi 28 numeri di Alpha Flight sono scritti seguendo la tradizione del fumetto corale del supereroe, con personaggi carismatici unici, villain terribili e cattivissimi, trame, sotto trame e spiazzanti colpi di scena inaspettati che ribalteranno ogni aspettativa; non si risparmierà infatti di dare importanza a personaggi che, in altre mani meno sapienti, sarebbero stati solo di contorno o togliere di mezzo la figura di riferimento della serie e del gruppo, scelte narrative che ribalteranno totalmente la situazione e porteranno la storie verso lidi del tutto imprevedibili. Ora, veniamo alla questione spinosa: dove posso trovare questa serie di raccolte? Purtroppo gli hardcover li potete trovare solo in lingua originale, perché in Italia non è mai stata fatta una ristampa di queste storie; furono pubblicate negli anni '90 sul Capitan America della Star Comics nel ruolo di serie d'appendice, ma poi nessuno ci mise mai più mano. Quindi, se quando detto qui vi ha convinto, dovrete fare un piccolo sforzo linguistico e leggervi le storie in Inglese. 

Conclusioni:
Ripeto: quanto di più supereroistico in circolazione. Dovrebbe bastarvi per assicurare a questa serie i vostri soldi. 

martedì 19 gennaio 2016

GENITORI


I miei genitori stanno invecchiando. Li vedo lontani sulla strada, camminano veloce. Gli urlo di fermarsi, “’ndo cazzo andate? Aspettate un attimo. State quieti” ma loro si voltano e mi guardano, mi fissano, nessuna parola. Io allora mi ricordo del volume alto della tv. Della montagna di occhiali che si ammassano in casa. Della stufa sempre accesa anche nei giorni di primavera. Le risate smodate e le citazioni di personaggi televisivi degli anni ’70. Mia madre si incontra perché i suoi figli non conoscono le canzoni degli alpini della grande guerra. Come se lei avesse mai fatto parte degli alpini, o abbia mai avuto una tensione patriottica qualsiasi. Questo le risponde mio padre a nostra discolpa. Era una cena, quella sera, pochi giorni fa. Quella dopo la festa in cui ho bevuto un po’ troppo. Sto invecchiando pure io. Quella sera ero a pezzi, mi trascinavo dei rimasugli di alcol nel sangue. Il giorno dopo una bevuta è ormai sempre peggio, la stanchezza dopo una giornata lunga si fa sentire. Non posso più andare a dormire alle 4 e svegliarmi alle 8 come un fiore, se mai ne sono stato in grado.

Continuo a studiare mentre i miei amici pian piano si laureano e si trovano un impiego. Alcuni già lavorano da anni. Lo studio comincia a pesare, a farsi incomprensibile, la memoria è sempre più fiacca. Qualcuno dice che è come un muscolo ma in realtà invecchia molto più in fretta. Eppure mi ricordo tutti i nomi dei personaggi dei cartoni che guardavo alle elementari, mi ricordo ancora le canzoni dei classici Disney.

Sono stanco. Forse sarebbe il caso di sedersi un attimo. No non posso i miei continuano a guardarmi da laggiù in fondo e io sono ancora fermo, devo decidermi. Ma dove siamo? Qui come cazzo ci sono arrivato. “ma dove siamo?” gli urlo. Nessuna risposta. Simpatici come al solito penso.

È come se in tutti questi anni di vita io non mi fossi mosso da dove sono. Aspettando qualcosa che forse non arriverà mai, la mia vita è rimasta immutata, immobile. Ma ad un certo punto bisogna camminare e dicono che questo bisogno solitamente nasca da una brutta sensazione, un presagio, un segno nefasto. “Forse era quello del 2012 il presagio di cui parlavano” penso “o quello alla fine del 2012” sono quasi sicuro di aver trovato il mio segno ma poi “ah no ma sicuramente si riferivano al 2013”. Ma poi chi è che l'ha detta sta storia del presagio? Non me lo ricordo. È la memoria, è sempre colpa della dannata memoria di melma che mi ritrovo.

E intanto che questa grande masturbazione mentale si manifesta loro mi stanno ancora guardando in fondo alla strada. Mio padre con le mani nelle tasche dei pantaloni e mia madre collo sguardo indispettito ed impaziente. Non me ne hai mai fatta passare una, penso. Perché questa volta dovrebbe essere diverso?

Titubante mi avvio, l’aria è gelida ma ho deciso. Vado con loro. In fondo cosa potrebbe succedere?

venerdì 15 gennaio 2016

ASSASSIN'S CREED SYNDACATE, meglio del predecessore ma prendiamoci un anno sabbatico


Se la pubblicità martellante in tv, alla radio, su spotify e qualsiasi altre emittente e medium vi fosse sfuggita vi comunico che Mediaworld compie 25 anni e festeggia facendo degli sconti, AC Syndacate a 29 euro. Sfortunatamente mi trovavo con quella cifra in tasca a Mediaworld e non ho saputo resistere. Ecco il frutto di qualche ora di gioco nella Londra Vittoriana.

Sicuramente l’impatto è stato migliore del suo predecessore, sia a livello di storyline che di giocabilità(in Unity mi sono infilato in un mega bug a cinque minuti dall’inizio del gioco ed ho dovuto ricominciare da capo). Il sistema di produzione e di potenziamento è rimasto bene o male lo stesso anche se hanno ridotto di molto la varietà di armi, pressoché inutili in Unity, limitando a tre il numero di armi da corpo a corpo(bastone, kukri, tirapugni) e a solo il revolver per le armi da fuoco. I potenziamenti per le varie armi e oggettistica in generale è più lento e bisogna quasi sudare per produrlo. 

Il combattimento è stato migliorato seguendo ciò che si era visto in Unity, limitando finalmente l’uso delle armi da fuoco in mischia che oltre ad essere una minchiata stratosferica, rendeva davvero una sofferenza il combattimento con l’uso massiccio di proiettili, medicine e bombe stordenti.

Il sistema di spostamento è stato anch’esso migliorato con l’introduzione delle carrozze che riescono a coprire grandi distanze in poco tempo. I viaggi rapidi e gli spostamenti sono stati ridotti in termini di tempistiche rendendo meno frustrante l’attesa con la reintroduzione dello spazio animus dove correre come dei cretini in attesa del caricamento. C’è ancora da migliorare ma sicuramente meglio di Parigi.

Le missioni sono state rese più razionali e oculate limitando grandi spostamenti durante lo svolgimento così da non far impazzire il giocatore in tempi vuoti lunghissimi che abbassavano non di poco il climax della narrazione. Si svolgono bene o male all’interno del quartiere di inizio che è comunque vastissimo, sono state ampliate le tipologie ma diminuito il numero così da non far girare la testa guardando la mappa zeppa di icone.

La reliquia principale del gioco si trova attraverso il ritrovamento di 30 carillon nascosti in città individuabili attraverso il rumore che emettono o attraverso l’immagine nel database. Non è per niente facile ma sicuramente meno frustrante dei segni di Nostradamus che erano di una noia mortale.

L’online grazie a Dio è stato eliminato, in giochi del genere per me è assolutamente inutile. Pagare gente per creare un reparto online dovrebbe essere convertita nello sviluppo della trama punto forte del brand e che ultimamente ha indubbiamente subito una battuta d’arresta.


Il metodo di narrazione è diverso al solito. Ci sono due personaggi intercambiabili in qualsiasi momento con due approcci differenti: potenza o furtività. Sono i gemelli Frye. Con diverse priorità si muoveranno per tutta Londra in modo da eliminare la minaccia templare rappresentata dal capitalista Starrick. Jacob vuole uccidere i templari e restituire al popolo e alla sua banda, i Rooks, la capitale inglese. Mentre sua sorella Evye, la nerd, vuole trovare la Sindone dell’Eden e non permettere ai templari di entrarne in possesso. Personaggi sicuramente di un altro spessore rispetto allo scialbo e poco attraente Arno Dorian di Unity anche se non ancora ai livelli di Ezio e Altair. Un passo avanti per Ubisoft comunque. Durante la storia i due gemelli verranno in contatto con diversi esponenti dell’epoca: Darwin, Marx, Dickens, Bell sono solo un esempio. Restituendo alla saga la sua collusione con la Storia con la S maiuscola, con buona pace di Napoleone.

Il consiglio del signor nessuno(ovvero il mio) è quello di prendersi un anno sabbatico, sfruttando l’uscita del film per rimettere insieme i pezzi e rilanciare il brand o decidere definitivamente di chiudere bottega e dedicarsi a nuovi titoli. E  che non sia mai che si torni a Roma…



VOTO 8/10

giovedì 14 gennaio 2016

Se ti è piaciuto il film, leggi anche... - Episodio 11: I Guardiani Della Galassia

E rieccoci qua, cari lettori di Law&Heroes! E nuovamente benvenuti a Se ti è piaciuto il film, leggi anche..., la nuova rubrica che vi consiglia quali storie leggere e recuperare se vi ha colpito un determinato personaggio nella sua più o meno recente versione cinematografica. In questo ottavo episodio, parleremo de:


I Guardiani Della Galassi. Credevate che avremmo già parlato di Quicksilver, Scarlet e tutti gli altri personaggi che compariranno in Avengers: Age Of Ultron, vero? E invece no, dovrete aspettare, carissimi lettori: fate almeno uscire il film, poi ne parleremo più che volentieri! Però, per il momento, direi che è il caso di conoscere meglio questi personaggi di Serie B che (grazie al film) sono diventati di Serie A. Detto questo, come ci si organizza per questi post? Di seguito, sempre in ordine cronologico, verranno riportate cinque storie che secondo noi di Law&Heroes hanno fatto la storia del personaggio e l'hanno definito per quello che è, oltre che a raccontare (a modo loro) un piccolo tassello di storia che ha reso prestigioso il media fumettistico. Capito tutto? Bene, detto questo, cominciamo!


Annihilation: Conquest - Star-Lord


Testi: Keith Giffen
Disegni: Timothy Green II
Pubblicazione Americana: Annihilation: Conquest - Star-Lord #1-4 (Vol. 1, 2007)
Pubblicazione Italiana: Marvel Monster Cosmici: Annihilation Conquest, Vol.1 (Panini Comics)

Anche se il nome di questa miniserie può inizialmente tradire le aspettative, vi si consiglia di non farci caso e trattare questa mini in quattro parti proprio come una storia dei Guardiani Della Galassia, perché è proprio qui che il gruppo che vedrete poi al cinema farà la sua primissima apparizione. Forse lo sapete già, ma a scanso di equivoci, lo ridiciamo anche qui; il gruppo intergalattico composto da Star-Lord, Rocket Raccoon, Groot, Darx e Gamora è la seconda versione dell'originale gruppo anche'gli noto come "Guardiani Della Galassia", debuttato per la prima volta nel 1969 e presentandosi subito come una sottospecie di "Vendicatori dello spazio" provenienti da un futuro dispotico. Il secondo, invece, debutterà ufficialmente nel 2008 e con la storia successiva, ma ufficiosamente, è qui che si creano le bizzarre e strampalate dinamiche che vanterà poi loro di un adattamento cinematografico; in parole povere, considerate Annihilation: Conquest - Star-Lord come un prototipo e una versione non ancora collaudata del gruppo, che in questa mini, il team (qui composto da personaggi differenti da quelli che tutti conoscono, esclusa qualche eccezione come Rocket e Greoot) viene messo sotto la guida di Star-Lord da un comando Kree al fine di indebolire una delle postazioni del virus tecnoroganico Phalanx: essere di pura tecnologica vivente che mira all'assimilazione totale della vita organica. Una vera e propria black-op intergalattica resa accattivante da individui totalmente eterogenei, ma che impareranno a collaborare loro malgrado, tra dialoghi brillanti e colpi di scena niente male.


Eredità


Testi: Dan Abnett & Andy Lanning
Disegni: Paul Pelletier
Pubblicazione Americana: Guardians Of The Galaxy #1-6 (Vol. 2, 2008)
Pubblicazione Italiana: Marvel Monster Cosmici: Guardiani Della Galassia, Vol. 1 (Panini Comics)

Dopo gli eventi del crossover intergalattico Annihilation Conquest, Peter Quill realizza che anche la galassia abbisogna di un gruppo di persone capaci e dotate per difenderla e di non fare affidamento solo ed esclusivamente a forze di polizia come i Nova Corps: sopratutto in un periodo di grande crisi e debolezza come quello successivo al crossover sopracitato, in cui proprio questa istituzione viene a mancare. Vedendo delle potenzialità nell'eterogeneo gruppo che ha comandato su richiesta dei Kree, Quill riabbraccia finalmente la sua identità di Star-Lord (abbandonata per molti anni) e riplasma la squadra nei Guardiani Della Galassia: i nuovi protettori del cosmo. Pur avendo avuto testate/saghe/storie precedenti a loro dedicate anche nel passato della Marvel Comics, è qui che il mito dei Guardiani decollerà definitivamente, presentando tutte le caratteristiche che vederemo al cinema, a cominciare dal solo "Io sono Groot" di Groot, a trasformare Ovunque nel loro quartier generale, a delle interazioni di gruppo disfunzionali e divertentissimi, calate in trame in trame brillanti ed intelligenti. Eredità non si può descrivere in nessun altro modo, come il perfetto punto di inizio per conoscere la mitologia di questo gruppo, dato che inizia proprio da questo volume.


Altri Mondi, Altre Guerre


Testi: Dan Abnett & Andy Lanning
Disegni: Brad Walker & Wes Craig 
Pubblicazione Americana: Guardians Of The Galaxy #13-19 (Vol. 2, 2009)
Pubblicazione Italiana: Marvel Monster Cosmici: Guardiani Della Galassia, Vol. 2 (Panini Comics)

Una delle sottotrame più interessanti del revamp dei Guardiani Della Galassia, è che il gruppo che abbiamo imparato a conoscere sul grande schermo, nella serie veniva spesso etichettato da altri personaggi come se fosse una sorta di "anomalia temporale"; questo perché, gli originali Guardiani esordiscono in una linea temporale alternativa ambientata nel 34° secolo, mentre nella linea temporale classica della Marvel (il celeberrimo "Universo 616") anticipano l'originale gruppo di ben tredici secoli. Essendo gli sceneggiatori dell'intera serie (Dan Abnett e Andy Lanning) dei grandi conoscitori della continuità degli originali Guardiani, il duo Abnett/Lanning prende la palla al balzo del crossover War Of King per far incontrare le due versione: quella debuttata nel 1969 e quella debuttata nel 2008. Ne esce un turbinio di eventi e un vero proprio scontro/incontro generazionale su ogni fronte, dove un gruppo più coeso e affiatato ne affronta/incontra uno più sconclusionato, oltre che un vero e proprio confronto fra due modelli simili (ma diversi) di una storia di pura fantascienza di stampo stellare. Ci saranno ovviamente altri eventi con cui Altri Mondi, Altre Guerre (titolo che abbiamo preso da uno dei numero contenuto, perché il nome War Of Kings: Book 2 ci faceva schifo). verrà riempito come un tacchino nel Giorno del Ringraziamento, ma la parte più interessante è questo incontro tra precursori di un mito e loro seguaci.


Vendicatori Cosmici


Testi: Brian Michael Bendis
Disegni: Steven McNiven
Pubblicazione Americana: Guardians Of The Galaxy #0.1, #1-3 (Vol. 3, 2013)
Pubblicazione Italiana: Guardiani Della Galassia, Vol.1 - Vendicatori Cosmici (Panini Comcis)

Battutari, caciaroni, disfunzionali, simpatici, divertenti, eppure amici, nel loro essere dei perfetti outsiders: questi sono i Guardiani Della Galassia di Brian Michael Bendis, nonché una delle versioni che ispirerà maggiormente la loro caratterizzazione cinematografica. Volete vedere qualcosa di prettamente fedele al film di James Gunn, pur avendo per protagonisti i personaggi che resero celebre la gestione Abnett/Lanning? Insomma, un mix degli elementi vincenti di cinema e fumetto? Allora Vendicatori Cosmici fa proprio al caso vostro. Prendendo il cuore del team della precedente gestione, il prolifico Bendis imbastisce un action comedy leggero, ma non per questo meno accattivante o brillante, dove l'azione e gli scoppiettanti dialoghi la fanno da padrona. Un inizio fresco e per niente asfissiante, non c'è punto d'allaccio perfetto tra la mitologia cinematografica e quella fumettistica.  



E queste, cari lettori di L&H, sono le letture che vi consigliamo se I Guardiani Della Galassia vi ha colpito al cinema. Quali di queste vi interessano di più? Ce ne è qualcuna che avete già letto tra quelle citate? Siete d'accordo con la nostra lista? Non abbiate paura di commentare e fatecelo sapere!

domenica 10 gennaio 2016

IL PICCOLO PRINCIPE, il film


Quattro giorni or sono mi sono recato al cinema a visionare l’ultimo lavoro di Mark Osborne: “il piccolo principe”.
La maggior parte di voi conosceranno il libro originale quindi non mi soffermerò sulla validità o meno di quello dando per scontato che ci sono miriadi di interpretazioni del libro e di ogni singola frase. Un libro più per adulti che per infanti, un libro per tutti ed ogni età dà la sua interpretazione. Ciò che è certo è che è un libro duro, difficile da digerire, soprattutto per un bambino. La morte finale del Piccolo Principe spezza il cuore dei più piccini che forse non colgono la tensione all’immortalità dello stesso.
Il film è appunto questo, la tensione all’immortalità, la paura di dimenticare non solo noi stessi e l’Io fanciullo bensì dimenticare ciò che siamo, chi amiamo e ciò che siamo stati. L’amore come sentimento puro, come necessità fisica prima di essere necessità psicologica. Il calore umano come origine di qualsiasi cosa. Il lavoro, la religione, la scuola, i beni materiali non sono altro che sovrastrutture. Ciò di cui necessitiamo siamo noi stessi. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro, senza esclusione, senza remore e senza timori. La trama del film si snoda su tutti questi temi fondamentali soprattutto in un periodo di tensione ed odio etnico. Se il libro era dedicato a tutti, il film è dedicato soprattutto ai più grandi. Perché? Perché stavolta non ci sono interpretazioni, è un film sulla perdita, sulla mancanza e, forse, sul ritrovamento. La magra consolazione del finale non è altro che lo scherzo della vita, chi rimane deve tassativamente ricordare. Ma basta? Basta il ricordo per elaborare un lutto, o rimangono solo incertezze, rimpianti? Il libro ma soprattutto il film cercano una risposta alle domande che chiunque ha perso qualcuno di caro si pone quasi giornalmente. Ovviamente non ci sono risposte.


Tecnicamente il film è molto ben fatto, due stili di animazione: una digitale, una più cartoon classico. La prima è utilizzata per la storia principale, mentre la seconda per narrare la storia del libro originale. Sconsiglio la visione ai bambini, cioè non vorrei sembrare troppo ardito ma non ci sono canzoni, il film è complessivamente triste e lo svolgimento della trama non porta in effetti ad una vittoria dell’eroe/protagonista. Non è in sostanza kung-fu panda. Esempio calzante dato che stiamo parlando dello stesso regista. Il film comunque scorre in maniera piacevole e perde ritmo solo in una parte del film, sui tre quarti in uno snodo quasi fondamentale del film che tende però ad essere prolisso. Per il resto è un gran bel film, lo consiglio vivamente al popolo intero

VOTO 8/10

venerdì 8 gennaio 2016

UN PAIO DI CURIOSITà!

Oggi volevo mettervi a conoscenza di un paio di curiosità. Magari già sapete tutto, magari non c’è bisogno di questo articolo, ma chi se ne frega io ve lo posto comunque. Ci sono cose che sicuramente ignoriamo tutti, ma soprattutto certe volte prendiamo come assolute delle verità che invece non sono tali. Oggi sfaterò alcune leggende metropolitane nel campo dell’animazione e della cinematografia. Strappando dalla vostra mente alcune credenze popolari. Cominciamo!

La Pantera Rosa

Tutti conosciamo il felino più sessualmente ambiguo della storia dell’animazione ma forse non sapete che in realtà non c’entra nulla o quasi con i cartoni animati. Infatti la Pantera Rosa è un diamante, oggetto del desiderio del famoso ladro conosciuto come “il Giglio” interpretato dal mitico David Niven nel film “la Pantera Rosa” del 1963. Sulle tracce di questo ladro si mette ad indagare l’investigatore strampalato Jacques Clouseau interpretato dal leggendario Peter Sellers. Vi dirò di più, ebbe talmente successo questo improbabile detective che la serie dei film si spostò interamente su di lui e a quel paese il diamantone rosa. Quindi in sostanza il cartone è una derivazione del film, o meglio delle sigle di apertura dei film che erano appunto animate.
Ah, Steve Martin non si è inventato un cazzo per gli ultimi film, ha copiato semplicemente Sellers. E pure male.

I Griffin


Nei primi due episodi della nona stagione della serie animata di Seth MacFarlane la famiglia Griffin viene invitata in una casa misteriosa con la scusa che ci sarebbe stata una festa in onore di Peter. Arrivati, scopriranno l’inganno; tutti i loro amici sono stati invitati con lo stesso stratagemma da questo attore che nei Griffin fa sempre la parte del guastafeste. Da questo momento in poi cominceranno a morire delle persone in maniera inspiegabile. Fatto sta che tutto il plot di queste puntate è preso pari pari da un vecchio film che era “invito a cena con delitto” del 1976 in cui i detective più importanti al mondo venivano invitati in questa casa dalla loro nemesi comune. È un film comico che fa veramente scompisciare. E indovinate un po’? David Niven e Peter Sellers sono ancora della ciurma.

Futurama

Nella puntata 8x01 Calculon l’attore robotico più famoso della serie è in crisi con la propria carriera e si lamenta del fatto che anche quando ha cercato di lanciarsi in qualche progetto più “d’autore” l’hanno sempre criticato. Nonostante infatti sia la star della soap “Tutti i miei circuiti” il robot desidera vincere l’oscar come migliore attore e fino a quel momento ha accumulato solo Golden Globe. Insomma è Leonardo Di Caprio robotico. Tornando al punto, una delle opere intellettuali in cui si è cimentato è un soliloquio a teatro chiamato Al9000 in cui interpretava la parte di un robot con dei grossi disturbi. Sì è quello di 2001: Odissea nello Spazio. Ma se lo sapete, perché me lo chiedete?