Tornano in campo i maghi dell’animazione della Dreamworks
Animation, forti del grande e meritatissimo successo di Dragon Trainer (2010).
C’è da dire che non è mai facile ripetersi, quindi complimenti perché… no,
complimenti niente. Ma partiamo con ordine. Se il primo capitolo ci ha offerto
colpi di scena, sentimento, azione, ribellione, draghi, paura, rabbia e sollievo,
questa volta non si capisce molto bene quale sia l’obiettivo del regista Dean
DeBlois.
Trama
Hiccup dovrà scontrarsi con un nuovo nemico, deciso a
sottomettere i popoli al suo volere. Con l’aiuto dei suoi amici e degli
abitanti del villaggio, guidati dal padre Stoick, Il ragazzo si troverà di
fronte ai due draghi alfa, creature immense in grado di sputare ghiaccio.
La trama è abbastanza lineare, ma composta da sottotrame
minori che offrirebbero sì spunti interessanti, ma che alla fine non stanno in
piedi. Senza voler spoilerare troppo, mi riferisco al ricongiungimento fortuito
tra Hiccup e la madre Valka, visto già nei 56 trailer del film. Ma come, bastano
due parole per riappacificare i due? La vichinga ha trascorso 20 anni lontana
dal villaggio, senza mai curarsi del figlio, e improvvisamente rinasce il
sentimento materno dopo un loro fortuito incontro. Per non parlare del temibile
antagonista, Drago Bludvist, energumeno in grado di controllare i draghi (notizia
da niente…!), che salta fuori all’improvviso deciso a sottomettere il villaggio
di Berk. Non vado oltre, se non per segnalare un importantissimo colpo di scena
a venti minuti dalla fine, che non ho ancora deciso se considerare estremamente
coraggioso o più semplicemente troppo azzardato.
Ma in fondo il racconto è tratto dal libro di Cressida
Cowell, quindi dovremmo prendercela con lei.
In generale
Comparto grafico eccellente, la qualità non si discute.
Viene dato più spazio alle sequenze di volo, che riescono a trasmettere un forte
impatto visivo. Compaiono nuovi draghi e nuovi personaggi, tutto sommato ben
caratterizzati. Il film però non convince mai pienamente, non si capisce cosa
aspettarsi e soprattutto non è chiaro il messaggio che vuole trasmettere. Si
nota, comunque, un passo avanti per quanto riguarda la maturità dei personaggi.
Sembra quasi che la Dreamworks abbia cercato di tornare quella audace e seria
di un tempo. I momenti divertenti non mancano, certo, ma sono decisamente rari
se pensiamo a film come Madagascar, Shrek, Kung Fu Panda, I croods e molti
altri. Da apprezzare il tentativo, ma è il caso di essere più chiari ed
esprimere meglio i concetti, perché come dicevo, non si riesce del tutto a
capire quale sia il tema centrale del film. Rapporto familiare e legami di
sangue? Amicizia e amore? Libertà? Saper perdonare? Rispettare gli altri?
Troppe cose e troppo confuse.
Film comunque piacevole, si lascia guardare, pieno d’azione
ma ancora un po’ grezzo. La Dreamworks sembra aver preso la strada giusta, ma
deve migliorare in fretta, perché la Disney è sempre pronta a colpire.
Voto: 7
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