Dato che ormai è quasi un anno che
scrivo su questo blog e più o meno avete capito quali sono i giochi di ultima
generazione che mi garbano tanto ora vi vorrei fare una breve scarrellata di
giochi che in un certo modo mi hanno formato e colpito nel corso della mia
adolescenza e anche un pelo prima della vera e propria pubertà. State attenti
potrete rimanere offesi.
Pokémon
Anno d’uscita: 1996
Autori: Nintendo – Game Freak
Esattamente sicuramente i pocket monsters
meritano un posto d’onore, hanno riscritto le regole del gioco in un certo
senso. Hanno creato un modo a parte dove un bambino prende in mano il proprio
destino ed insegue il suo sogno insieme a dei simpatici mostriciattoli che
cresceranno con lui fino a divenire temibili. C’è poco da fare Pokemon è un
gioco di formazione che permette al bambino di guadagnarsi da vivere battendo
altri allenatori guadagnando denaro al fine di potersi permettere determinati
oggetti o semplicemente ottenerli attraverso queste sfide. Tutto ciò sembrerà
basilare ma in realtà le lotte devono essere studiate e gli attacchi lanciati
oculati, tenendo conto delle varie categorie e stati del pokemon altrimenti
cadrai insieme alle tue creature.
C’è sempre un gruppo di loschi personaggi che
vogliono fare qualcosa di sbagliato, solitamente rubare o utilizzare il potere
di qualche Pokemon leggendario per i loro scopi malvagi e tu sei lì a 10 anni
pronto per salvare il mondo con sei
pokeball in tasca e i tuoi amici mostriciattoli pronti a combattere per te.
Evoluzioni, lega Pokemon e pokedex da completare
accompagnano il giocatore a vivere un’esperienza lunghissima e di formazione
sia in materie spicce come la gestione del denaro fino ad insegnare il valore
dell’amicizia e della fedeltà. Un gioco che sicuramente ha un passato e un
futuro ancora più radioso.
Prince of Persia Spirito Guerriero
Anno d’uscita: 2004
Autori: Ubisoft
È sicuramente un gioco che ha segnato l’epoca
dei videogames con lasua grafica straordinaria grafica(per l’epoca ovviamente)
e per lo stile di combattimento da tagliagole professionisti ma quello che ci
vuole dire il principe senza nome è molto di più. Dopo la fine del primo
capitolo in cui sembrava tutto sistemato il principe scopre che in realtà di in
ordine non c’è na beata fava. Dovrà recarsi sull’isola del tempo per rimediare
ai propri errori e sfuggire al destino impersonificato da un terribile mostro
nero: il Dahaka, che ti vuole morto, ovviamente. Tra mostri di sabbia e
imperatrici mezze nude, il principe dovrà cercare di impedire la creazione
delle sabbie del tempo per impedire poi che lui le apra nel primo episodio. Le
interpretazioni a sto punto potrebbero essere due. Prima; devi fuggire dai tuoi
errori oppure ti raggiungeranno e ti distruggeranno. Seconda e molto più
affascinante; il destino non è scritto, il tempo scorre e anche se questo ti
insegue devi fare di tutto perché le cose vadano per il verso giusto e se non
ci riesci al primo colpo devi perseverare e giungere al tuo obiettivo. Ma senza
dimenticarti degli altri e di fare le cose per bene o altrimenti in termini
videoludici arriverai ad un falso finale. È un gioco che parla di redenzione e
passa dal pentimento, alla mera sopravvivenza, passando per la redenzione e
l’odio, sfociando nell’amore. La volontà è tutto. Scrivi il tuo destino. Questo
è quello che insegna il secondo capitolo del principe di Persia. E
dimentichiamoci tutti quelli che sono venuti dopo.
Age of Empires
Data di uscita: 1997
Autore: Microsoft – Ensemble Studios
Molti di voi si chiederanno il perché di
questa scelta. È insolita è vero perché non vi è una vera e propria trama in
AoE, si tratta infatti di un gioco strategico in cui il giocatore deve
costruire e sviluppare il proprio impero e impersonare fondamentalmente il re o
l’imperatore di questa civiltà. Questo gioco mi è rimasto nel cuore perché oltre
ad essere uno dei primi a cui abbia mai giocato era anche un gioco che
impegnava fortemente il cervello. Qui non si trattava di comprare una pozione o
una pokeball ma di gestire effettivamente un sacco di cose. Dai contadini ai
cacciatori, dai costruttori all’esercito, dai sacerdoti al sistema difensivo
delle varie città. Non si trattava di nient’altro che di vera e propria
sopravvivenza. Partite di ore che si potevano perdere per una mossa militare
avventata o un errore nell’uso delle risorse disponibili che se esaurite
mandavano fondamentalmente la partita in completo stallo.
Nello stesso momento si imparava anche
un sacco di storia tramite le campagne ma anche semplicemente giocando con
popolazioni diverse ogni partita così da venire a conoscenza degli usi, i
costumi e delle caratteristiche militari di ogni popolo minuziosamente riprodotte.
Dal primo AoE fino all’ultimo si è passati dalla preistoria al ‘700
divertendosi ed imparando a sopravvivere. Non mi dimenticandomi di quel piccolo
capolavoro di Age of Mithology che riprendeva le popolazioni già viste nel
primo capitolo della serie, ma aggiungendo le caratteristiche mitologiche di
ogni singola popolazione. Comprese i poteri divini e la possibilità di evocare
bestie mitologiche da far combattere al proprio fianco: SPETTACOLARE!
Con questo avrei finito. Non aspettate a
commentare: Quali sono i vostri giochi di infanzia o comunque che vi sono
piaciuti di più ma che in particolar modo vi sono rimasti nel cuore?
Scrivetecelo qua sotto oppure sulla nostra pagina Facebook!
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