mercoledì 8 ottobre 2014

I 3 "ASSOLUTAMENTE" della settimana: VIDEOGAMES

Dato che ormai è quasi un anno che scrivo su questo blog e più o meno avete capito quali sono i giochi di ultima generazione che mi garbano tanto ora vi vorrei fare una breve scarrellata di giochi che in un certo modo mi hanno formato e colpito nel corso della mia adolescenza e anche un pelo prima della vera e propria pubertà. State attenti potrete rimanere offesi.  

Pokémon


Anno d’uscita: 1996
Autori: Nintendo – Game Freak 

Esattamente sicuramente i pocket monsters meritano un posto d’onore, hanno riscritto le regole del gioco in un certo senso. Hanno creato un modo a parte dove un bambino prende in mano il proprio destino ed insegue il suo sogno insieme a dei simpatici mostriciattoli che cresceranno con lui fino a divenire temibili. C’è poco da fare Pokemon è un gioco di formazione che permette al bambino di guadagnarsi da vivere battendo altri allenatori guadagnando denaro al fine di potersi permettere determinati oggetti o semplicemente ottenerli attraverso queste sfide. Tutto ciò sembrerà basilare ma in realtà le lotte devono essere studiate e gli attacchi lanciati oculati, tenendo conto delle varie categorie e stati del pokemon altrimenti cadrai insieme alle tue creature.
C’è sempre un gruppo di loschi personaggi che vogliono fare qualcosa di sbagliato, solitamente rubare o utilizzare il potere di qualche Pokemon leggendario per i loro scopi malvagi e tu sei lì a 10 anni pronto per salvare il mondo con  sei pokeball in tasca e i tuoi amici mostriciattoli pronti a combattere per te.
Evoluzioni, lega Pokemon e pokedex da completare accompagnano il giocatore a vivere un’esperienza lunghissima e di formazione sia in materie spicce come la gestione del denaro fino ad insegnare il valore dell’amicizia e della fedeltà. Un gioco che sicuramente ha un passato e un futuro ancora più radioso.

Prince of Persia Spirito Guerriero 


Anno d’uscita: 2004
Autori: Ubisoft

È sicuramente un gioco che ha segnato l’epoca dei videogames con lasua grafica straordinaria grafica(per l’epoca ovviamente) e per lo stile di combattimento da tagliagole professionisti ma quello che ci vuole dire il principe senza nome è molto di più. Dopo la fine del primo capitolo in cui sembrava tutto sistemato il principe scopre che in realtà di in ordine non c’è na beata fava. Dovrà recarsi sull’isola del tempo per rimediare ai propri errori e sfuggire al destino impersonificato da un terribile mostro nero: il Dahaka, che ti vuole morto, ovviamente. Tra mostri di sabbia e imperatrici mezze nude, il principe dovrà cercare di impedire la creazione delle sabbie del tempo per impedire poi che lui le apra nel primo episodio. Le interpretazioni a sto punto potrebbero essere due. Prima; devi fuggire dai tuoi errori oppure ti raggiungeranno e ti distruggeranno. Seconda e molto più affascinante; il destino non è scritto, il tempo scorre e anche se questo ti insegue devi fare di tutto perché le cose vadano per il verso giusto e se non ci riesci al primo colpo devi perseverare e giungere al tuo obiettivo. Ma senza dimenticarti degli altri e di fare le cose per bene o altrimenti in termini videoludici arriverai ad un falso finale. È un gioco che parla di redenzione e passa dal pentimento, alla mera sopravvivenza, passando per la redenzione e l’odio, sfociando nell’amore. La volontà è tutto. Scrivi il tuo destino. Questo è quello che insegna il secondo capitolo del principe di Persia. E dimentichiamoci tutti quelli che sono venuti dopo.

Age of Empires


Data di uscita: 1997
Autore: Microsoft – Ensemble Studios

Molti di voi si chiederanno il perché di questa scelta. È insolita è vero perché non vi è una vera e propria trama in AoE, si tratta infatti di un gioco strategico in cui il giocatore deve costruire e sviluppare il proprio impero e impersonare fondamentalmente il re o l’imperatore di questa civiltà. Questo gioco mi è rimasto nel cuore perché oltre ad essere uno dei primi a cui abbia mai giocato era anche un gioco che impegnava fortemente il cervello. Qui non si trattava di comprare una pozione o una pokeball ma di gestire effettivamente un sacco di cose. Dai contadini ai cacciatori, dai costruttori all’esercito, dai sacerdoti al sistema difensivo delle varie città. Non si trattava di nient’altro che di vera e propria sopravvivenza. Partite di ore che si potevano perdere per una mossa militare avventata o un errore nell’uso delle risorse disponibili che se esaurite mandavano fondamentalmente la partita in completo stallo.
Nello stesso momento si imparava anche un sacco di storia tramite le campagne ma anche semplicemente giocando con popolazioni diverse ogni partita così da venire a conoscenza degli usi, i costumi e delle caratteristiche militari di ogni popolo minuziosamente riprodotte. Dal primo AoE fino all’ultimo si è passati dalla preistoria al ‘700 divertendosi ed imparando a sopravvivere. Non mi dimenticandomi di quel piccolo capolavoro di Age of Mithology che riprendeva le popolazioni già viste nel primo capitolo della serie, ma aggiungendo le caratteristiche mitologiche di ogni singola popolazione. Comprese i poteri divini e la possibilità di evocare bestie mitologiche da far combattere al proprio fianco: SPETTACOLARE!


Con questo avrei finito. Non aspettate a commentare: Quali sono i vostri giochi di infanzia o comunque che vi sono piaciuti di più ma che in particolar modo vi sono rimasti nel cuore? Scrivetecelo qua sotto oppure sulla nostra pagina Facebook! 


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