Arriviamo al terzo e penultimo appuntamento con la nostra
rubrica, che non ha avuto purtroppo molto successo e che ha trovato radici solo
tra i nostalgici e lo zoccolo duro del nerdismo. Oggi ci occupiamo di serie
fumettistiche. Ho scelto per questo appuntamento tre fumetti completamente
differenti tra di loro innanzitutto per la diversa origine geografica che
hanno. Ma non solo! Sono fumetti appartenenti ad epoche differenti, più
contenute per i primi due, più accentuate per l’ultimo.
Quindi appassionati del fumetto, godetevi questi tre
consigli di L&H!!
Fullmetal Alchemist
Anno d’uscita: 2001
Autori: Hiromu Arakawa
Paese di provenienza: Giappone
Ho smesso di leggere manga fondamentalmente quando si è
concluso Fullmetal Alchemist(che chiameremo FMA per comodità d’ora in avanti). Questo
manga per me è stato un po’ come un romanzo di formazione, dall’inizio alla fine
è come l’autrice ti dicesse che senza sacrificio e dedizione non si ottiene
nulla. È una dura lezione e i fratelli Elric la imparano perdendo un braccio e
una gamba uno e tutto il corpo l’altro durante una trasmutazione alchemica che
doveva riportare in vita la madre. Esatto usano l’alchimia, in questo mondo
parallelo si è sviluppata al posto della scienza ed occupa un posto di rilievo anche in ambito militare.
Il fumetto oltre ad insegnare la dedizione ci pone davanti
delle domande etiche mica da ridire: peccati, dolore, guerra, complotti
politici e morte sono il pane e l’acqua di questo manga. La trama che vi
sembrerà chiara fin da subito subirà grandi cambiamenti fino ad essere
stravolta senza mai trovarsi di fronte a degli errori di sceneggiatura. I due
protagonisti adolescenti saranno costretti a crescere in fretta per
sopravvivere ma soprattutto per raggiungere il loro obiettivo; in realtà questi
due elementi alla fine combaceranno e con la loro maturità e la loro dedizione
si ritaglieranno il loro centimetro di felicità in un mondo devastato. Davanti ad
un impressionante susseguirsi di eventi ci troveremo spaesati e negli ultimi
numeri il climax si innalzerà fino a livelli mai visti fino alla risoluzione
agrodolce del ciclo narrativo.
E voi siete pronti a sacrificare qualcosa?
Batman: la Corte dei Gufi
Anno d’uscita: 2011
Autori: Scott Snyder – Greg Capullo
Paese di provenienza: USA
Come sapete bene ormai, sono un grande appassionato di
Batman e questo mi porta obbligatoriamente ad inserire un suo ciclo
fumettistico all’interno di questo post. Non vado tanto in là negli anni e vi
propongo secondo me, la rinascita di Batman, il primo ciclo narrativo di Snyder
e alle matite il fedele Greg: la Corte dei Gufi. Questo ciclo mi ha colpito
parecchio e mi ha riportato a stretto contatto col cavaliere oscuro. A parte i
disegni sempre impeccabili di Capullo c’è la straordinaria capacità dello sceneggiatore
di costruire la storia come un noir oscuro pieno di ombre e di ritrarre Batman
come un uomo, debole, che può fallire, che sottovaluta, uno qualsiasi. Dopo la
gestione di Morrison che mi aveva decisamente deluso riesco a intravedere una
grossa opportunità per una delle più grandi testate fumettistiche mai esistite.
Un reparto di investigazione serio e studiato alla perfezione senza crepe,
studiato come in un vero poliziesco. Elemento mancante da un po’ di tempo sulle
pagine del crociato incappucciato.
L’unica cosa che realmente stride è il finale, che lascia un
po’ di amaro in bocca ma con la convinzione che i personaggi che Snyder ha
creato appositamente per questo ciclo narrativo non tarderanno a ritornare più
in forma che mai, per chiarire, speriamo, gli enigmi lasciati irrisolti nel
finale.
Alan Ford
Anno d’uscita: 1969
Autori: Max Bunker – Magnus
Paese di provenienza: Italia
Di cosa o chi stiamo parlando? Molti se lo chiederanno dato
che, come me, sono nati ben lontani dalla data di uscita di questa opera
fumettistica e non essendo poi stato prolifico come Tex e company è stato
costretto fondamentalmente a chiudere. Sto parlando di Alan Ford, produzione
fumettistica italiana di gran pregio che, dalla fine degli anni ’60 del secolo
scorso, ha fatto le fortune, se così si può dire, insieme a Kriminal di Max
Bunker e del celebre disegnatore Magnus. Io sono venuto a conoscenza di questo
fumetto grazie a mio padre che li collezionava da piccolo e che grazie alle
ristampe, prima di Repubblica ed ora di Mondadori, siamo riusciti a recuperare.
Ovviamente è un very old school comic, oltre al tratto molto caricaturale le
storie sono molto semplici e studiate per ragazzini anche se in realtà sotto si
cela un complesso più articolato di tematiche. Ma andiamo per ordine.
Alan Ford è un grafico pubblicitario che vive in un pollaio
sul tetto di un grattacielo a New York(e già direi che si parte molto bene),
contattato da una misteriosa richiesta di lavoro si troverà invischiato in una
missione segreta per conto di un gruppo di spionaggio per recuperare dei
microfilm al cui interno sono registrate delle informazioni sensibili. Degno di
alcune delle più belle commedie di Plauto(autore latino famoso per quest’ultime)
si rispolvera il topos letterario dello scambio di persona. Tutto nasce da un errore
e il povero Alan sarà assunto da una sgangherata organizzazione di spionaggio:
la squadra TNT.
Ma perché ve lo consiglio? Perché oltre ad essere uno dei
capostipiti del fumetto internazionale è anche uno dei primi esempi di fumetto sociale.
La povertà del gruppo TNT, il povero Alan e il suo amico Rock con le pezze sui
vestiti e nemmeno un dollaro in tasca facevano sognare i bambini dell’epoca che
non se la passavano ancora tanto bene. Discostandosi dalla solita immagine della
spia alla 007 consentiva ai bambini di credere in loro stessi, di sognare, ad
ambire a qualcosa di più. Ogni bambino poteva essere una spia, era questo il
messaggio; ed era la cosa più bella del mondo.
Il personaggio poi incarnava l’ingenuità, la purezza che poi
sono qualsiasi valore in senso primordiale. Cioè dalla purezza scaturisce l’onesta,
la speranza, la capacità di reagire alle ingiustizie ecc. Inoltre, questa
purezza era in contrapposizione con il mondo che circondava il personaggio, un
mondo triste, disilluso e generalmente crudele. Davanti alla fame, alla povertà
c’erano però i grandi occhi blu di Alan che parlavano: “c’è ancora speranza”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.