Ecco a voi la recensione del secondo libro dello scrittore
fantascientifico Farmer: “Alle sorgenti del Fiume”!
Vent'anni dopo il tentativo di Sir Richard Francis Burton,
un altro uomo si propone di sciogliere l'enigma del Mondo del Fiume, in cui
miliardi di risorti condividono un destino indecifrabile. Samuel Clemens, in
arte Mark Twain, sogna di costruire un battello e risalire il Fiume fino alle
sorgenti, proprio come nella vita precedente aveva navigato il Mississippi. Le
numerose avversità che ostacolano il suo ambizioso progetto - la mancanza di
giacimenti metalliferi, i burrascosi incontri con personaggi ostili, come
Cyrano de Bergerac e Giovanni Senza Terra - non fermano l'indomita ricerca di
Clemens, ormai vicinissimo a realizzare il suo piano. Ma gli uomini del Mondo
del Fiume conservano il ricordo e le peculiarità delle proprie esistenze
terrene, e Sam Clemens-Mark Twain sembra condannato ancora una volta a vedersi
sfuggire la realtà tra le mani.
In questo libro l’autore si dilunga di più in descrizioni
dell’ambiente, degli odori e anche in spiegazioni propriamente tecniche sul
funzionamento di alcune macchine. Ciò legge la lettura un po’ più ardua del
primo libro e anche un po’ meno scorrevole. Aumentando le descrizioni
dettagliate il romanzo perde quello che avevo decantato nel primo, ovvero la
possibilità di largamente immaginare molte sensazioni e vere e proprie
dinamiche, anche gli stessi personaggi nel modo in cui si vuole.
Il romanzo comunque mantiene un buon ritmo ed alcuni
elementi e personaggi intriganti, dal titano scimmiesco ad Ulisse(esatto quello
del poema epico!). La pecca rimane sopra tutto la staticità della maggior parte
del romanzo che rende un po’ difficoltosa la lettura prediligendo gli intrighi
e i tradimenti all’azione. Rimane comunque, anche se diversamente dal primo, un
buon romanzo che fornisce sicure basi di appoggio per uno sviluppo che si
preannuncia emozionante.
VOTO 7,5/10
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