mercoledì 30 aprile 2014

2001 Odissea nello Spazio, Solaris e il Pianeta delle Scimmie


Dopo questo prolungato periodo d’assenza causa scarso materiale e ponti di Pasqua e 25 aprile annessi si torna a scrivere qui su Law&Heroes. Oggi volevo prendere in considerazione un po’ di cinematografia fantascientifica. Ultimamente si vede poca roba che sia di una qualche rilevanza nelle sale e attendendo di vedere Trascendence ovvero il nuovo film con Johnny Depp non targato Disney o Burton parliamo un po’ dei vecchi capolavori che hanno fatto la storia del cinema sia in senso lato che in campo prettamente fantascientifico. Stiamo parlando di tre film usciti tra il 1968 e il 1972: 2001 Odissea nello Spazio, il Pianeta delle Scimmie(si intenda ovviamente il capolavoro con Charlton Heston ovviamente) e Solaris di Tarkosky.

In questi film, ognuno a modo loro, non era solo la materia fantascientifica ad essere di pregevole fattura ma anche il fattore umano. Mi spiego meglio, in ognuno di questi film erano integrati alla trama i sogni, le paure e le volontà che in quel tempo l’umanità tendeva e ricercava.


2001 Odissea nello Spazio: si parte da lontano, il passaggio da scimmia a uomo e l’immancabile monolite nero ovvero la storia, il progresso. Tutte le volte che succede qualcosa di rilevante appare questa figura terribile al vedersi. Ma siamo sicuri che sia solo per un passaggio storico rilevante come per il primo utilizzo di un utensile da parte di una scimmia e l’invenzione della prima intelligenza artificiale? Assolutamente no, alla fine si capisce che il monolite vale per tutti, per tutto e per qualunque cosa, appare anche all’uomo in punto di morte. La vita del mondo e del singolo essere vivente scandita ogni volta dall’apparizione dalla maestosa figura nera. In questo film si incarna il passaggio del tempo, ma anche il tempo come coordinata e quindi eternamente presente ed eternamente vivibile. Si potrebbe concludere che tutti siamo storia ma la storia va avanti comunque senza uno o nessuno di noi traducibile con un TUTTO è UNO e UNO è TUTTO.


Il pianeta delle scimmie: film in cui si incarna la paura della guerra atomica e la volontà di fuggirne ma non solo da questo anche la volontà di fuggire dall’uomo stesso. Il protagonista che si imbarca sull’Icarus vuole scappare da un mondo in lenta distruzione ad opera dell’uomo. La decadenza dell’uomo è l’elemento fondamentale del film che viene mostrato nel suo lato peggiore ovvero come mero distruttore avido e lussurioso. Tutta questa visione verrà portata a compimento nella scena finale in cui tutto verrà totalmente svelato e la storia diverrà realmente chiara. È uno dei primi film in cui l’ambientalismo fa capolino come argomento del film, in un tempo in cui nessuno avrebbe pensato alla Terra come unica ed irripetibile questo film oggi sa di profetico, ogni battuta lascia molta amarezza.


Solaris: in questo film di matrice chiaramente russa in risposta al capolavoro di Kubrick si nota la debolezza dell’uomo e la sua fragilità; davanti ad una copia di una persona deceduta che si amava, al ricordo dei momenti vissuti insieme, l’uomo non sa resistere e si abbandona comunque tralasciando ogni impulso razionale. In questo caso si abbandona tra le braccia di questa entità aliena affinché quel calore umano perso possa durare ancora un poco o per l’eternità. Il regista gioca molto anche lui su questo concetto di morte, vita e tempo per mettere in luce quanto questi concetti siano relativi e astratti: moriamo davvero o entriamo a far parte di qualcosa di più grande? Moriamo o rivivremo per sempre i momenti della nostra vita senza renderci conto che siamo morti?

In conclusione consiglio a chiunque queste tre pellicole sia per gli stupefacenti effetti speciali per l’epoca ed inoltre per la capacità del regista e degli sceneggiatori di mettere in piedi delle storie affascinanti, fantastiche ma anche profondamente impegnati nella ricerca di risposte alla vita, alla morte ed ai segreti dell’universo. Non credo serva dare un voto a questi capolavori del cinema, davvero senza tempo.


P.s. consigliatissimo ovviamente il primo Alien di Scott!

martedì 29 aprile 2014

Citazione settimanale diventa mensile

come da titolo dobbiamo informarvi che la nostra citazione presente nella colonna a fianco del blog passerà da cadenza settimanale a mensile in modo da mantenere il più possibile un certo grado di originalità

mercoledì 16 aprile 2014

MEMORIE DELLA GRANDE ARMATA



<< I libri di storia tramanderanno queste due prime imprese di una brillante campagna,trascurando certamente i nomi di eroi come Lion,Thierron o Guindebaud! L'impresa conterà dunque sempre di più dell'uomo nell'istruire le generazioni future? >>

Bentornati alla edizione mensile di Historica!!!   Siamo arrivati al terzo volume
Quest'opera, dello sceneggiatore Michel Dufranne (saggista e critico di fumetti e fantascienza) insieme al disegnatore Alexis Alexander e al colorista Jean Paul Fernandez,  racconta alcuni retroscena delle guerre napoleoniche, focalizzando la narrazione sulla violenza: essa permea in tutti i racconti,non solo durante le battaglie,ma anche nelle relazioni tra i personaggi, mostrando un mondo veritiero, afflitto dalla realtà crudele della guerra.

La storia,integrale e completa tutta in questo albo, si suddivide in 4 capitoli:
1807: vendichiamo Austerlitz
1808: i figli della vedova
1809: Vienna o morte !
1812: le battute di caccia del conte Jukov

L'opera ha come protagonista un cacciatore a cavallo dell'armata francese, Marcel "Il Belga" Godart,accompagnato da due fedeli compagni: "Io-c'ero" e "Il Mastino", che racconta la sua storia sotto forma di diario: i rapporti coi suoi commilitoni sfociano spesso in duelli e risse,vi è un'umanità di pover uomini analfabeti, ricca di superstizioni, che non hanno nessuna possibilità di riscattarsi,schiacciati da avvenimenti tragici e smisurati e manovrati da entità superiori ignote(Napoleone non si vede mai); ognuno pensa solo a se stesso,a sopravvivere, gli episodi di altruismo sono veramente rari,se non assenti del tutto.

Nel primo capitolo ,ambientato durante l'invasione della Polonia, Godart tra scaramucce,duelli e battaglie deve cercare chi sta assassinando nell'ombra alcuni importanti esponenti della sua compagnia,siccome l'odio,il disprezzo e la diffidenza cominciano a diffondersi nei ranghi, " l'onore e l'orgoglio sono cattivi consiglieri quando la guerra e la morte diventano la quotidianità".

Nel secondo episodio,sempre in Polonia, inattivi ormai da mesi, i soldati cominciano a scalpitare,ma non solo per la noia, infatti il peggior nemico è la "melanconia: l'inattività ci forniva fin troppe occasioni per ripensare ai caduti e alle famiglie..." Dopo,ripresa la guerra, Godart affronta le sue paure più primordiali,il selvaggio, uomini-lupo cannibali, riuscendo a mantenere sempre qualcosa di umano in sè; inoltre cominciano i primi casi di diserzione e la codardia, probabilmente il vizio più nocivo in guerra per chi ti sta attorno...e a quel punto capisci che sono tutti pedine in un gioco feroce e incomprensibile.

Nel terzo episodio un Godart vecchio e piangente arriva con il figlio in un villaggio austriaco ove era stato durante la guerra, per rincontrare un misterioso personaggio. Dopo numerosi incubi notturni ,la narrazione si sviluppa sull'incontro dei due personaggi e del ricordo di un evento terribile che aveva coinvolto entrambi: anni prima in quel paese vi era un campo medico dove chirurghi sadici o misericordiosi davano tutto il loro sforzo per rimediare alle ferite degli innumerevoli soldati. Poi si inoltra nei retroscena : furti ai feriti, amori nascosti,vendette incompiute che mostrano l'incongruenza di un gruppo invincibile solo all'apparenza,ma che presenta tutte le fragilità possibili.

Nell'ultimo capitolo la storia si accentra sulla morte in vecchiaia di Godart, che viene omaggiato dai suoi commilitoni sopravvissuti come un eroe , ma suo figlio non ne pare affatto fiero, anzi lo odia perchè " per lui contavano solo l'onore, l'imperatore,le campagne,lo spirito di corpo... e noi? quale spazio avevamo nella sua vita? Nessuno." Parole pesanti..ma ben presto cambia opinione leggendo l'ultimo diario del padre, il suo incontro con un cosacco sadico da cui riesce a scappare per un soffio.
Il figlio alla fine comprende il perchè della scelta del padre:salvare suo figlio dagli orrori di queste situazioni ma rimuove dai diari tutti gli elementi che richiamano a questa umanità. Egli pensa di preservare i figli dalle nefandezze del mondo,ma la rimozione da lui compiuta ci riguarda da vicino,perchè chiama in causa le rimozioni che tutti noi applichiamo ogni giorno, ogni volta che non vogliamo combattere contro il male pensando che sia solo una questione altrui, ogni volta che ci voltiamo dall'altra parte quando la vita mostra il suo lato peggiore. Ma suo padre combattette contro tutto questo, riconoscendo che tutti furono " trascinati nell'anticamera dell'inferno, dove tutto era follia e superstizione. Quelle guerre interminabili avevano avuto ragione, stavolta in maniera definitiva, della scintilla di umanità albergante in ciascuno di noi."
E in un altro paragrafo :" Questa guerra non era più la mia. Vi perdevo i miei valori, me stesso... se la mia educazione fosse stata un'altra vi avrei perso di certo anche la fede." Forse anche per questo Charles(figlio) decide di perdonare il padre, un uomo che ha perso tutto, che non aveva più niente per cui lottare alla fine, si sentiva perennemente solo,in angoscia coi suoi ricordi gioiosi coi suoi commilitoni e amici ormai persi,tempi persi, e "perdere è del resto la parola che ossessionava gli animi."


Questa succulenta trama è un vero pezzo da novanta  per Dufranne.
Tuttavia parte del merito va al disegnatore Alexander che riesce ad esprimere graficamente dei concetti non del tutto semplici da mostrare tramite questa arte: i volti sono pervasi da uno stato perenne di melanconia e di violenza latente;  notevoli sono le scene delle battaglie, o meglio degli scontri, tutte prive di testo, per evidenziare sia la celerità dell'atto sia la mancanza di decisione degli uomini in questi momenti critici,che si affidano solamente all'istinto: è vietato pensare,bisogna agire.
Fernandez alterna colori freddi e gotici durante i momenti di morte e angoscia, ai colori caldi dei pochi momenti di tranquillità che pervade lo scenario bellico.

L'opera non delude le aspettative, e rimane ai livelli di quelle precedenti: Historica raccoglie un albo concettualmente bello tosto , ma anche scorrevole e mai noioso,rendendo quindi piacevole la lettura anche ai più avversi al genere.

VOTO: 9/10


lunedì 14 aprile 2014

Il GRANDE DISEGNO


Siamo arrivati al terzo libro della saga del mondo del fiume! Quindi, come per gli altri, breve trama e commento!


Il complesso meccanismo di resurrezioni che ha regolato per decenni la vita del Mondo del Fiume sembra essersi bloccato. Il mistero che avvolge il Mondo del Fiume e chi lo governa si infittisce. L'impellente necessità di ottenere risposte sulla realtà fa sì che si moltiplichino i tentativi di attraversare il mare polare per raggiungere l'imponente torre che lo sovrasta. Richard Burton prova a ricongiungersi all'equipaggio della sua nave mentre, dopo aver giurato vendetta a re Giovanni Senza Terra, Mark Twain alias Sam Clemens cerca di costruire un altro battello in grado di permettergli la risalita del Fiume. L'ingegnere Milton Firebrass, intanto, tenta un viaggio con un enorme dirigibile per raggiungere le sorgenti più velocemente. A guidarlo è Cyrano de Bergerac. Ma le difficoltà non mancano, così come i tentativi di sabotaggio.

Questo volume è decisamente più lungo di quelli che l’hanno preceduto, la mole di “lavoro” raddoppia! Anche il metodo di narrazione cambia, se prima il romanzo era strutturato su un solo personaggio, questo tende a riprendere i personaggi dei precedenti dove li avevamo lasciati(o quasi) e ad aggiungerne altri. La lunghezza penalizza ovviamente la scorrevolezza del romanzo che a tratti perde smalto; ma non scoraggiatevi! Quando sembra ormai il resoconto di giornate molto simili tra di loro il colpo di scena non tarda ad arrivare ravvivando in modo deciso lo scorrimento della trama.


VOTO 7,5/10

venerdì 11 aprile 2014

Assassin's Creed Brahman


Parleremo oggi del nuovo fumetto edito da Panini Comics in Italia e marchiato Ubisoft, si tratta di Assassin’s Creed Brahman. Le meccaniche sono quelle già viste anche nella prima serie di fumetti, anche se il bello rimane il contenuto che apre a nuovi orizzonti la saga videoludica. Il fumetto rimane comunque di pregevole fattura, i disegni sono di pregevole fattura e la sceneggiatura anche se a tratti melensa regge bene il colpo. La trama è ambientata in India dove l’Abstergo ha delegato ad una società del posto di mettere a punto un nuovo sistema di videogiochi di ultima generazione che sfrutta le memorie genetiche del soggetto: il Brahman. Tutto ciò non per il divertimento globale ma per registrare il più alto numero di memorie per raggiungere l’obiettivo di controllare il mondo. Il tester del prodotto però scopre di avere degli antenati interessanti, come era successo per Daniel Cross e poi per Desmond, che sono entrati in contatto con CVP e gli FE. I templari si interesseranno della situazione e tra viaggi nell’India coloniale ottocentesca e India odierna assisteremo alle scene d’azione e di mistero che ci hanno fatto innamorare della saga e stavolta anche con un pizzico di relazione complicata tra il protagonista e la sua ragazza, che essendo venuta in contatto tramite il Brahman con le memorie della sua antenata, non sa più se sia abbastanza per lei vivere nella realtà in cui si trova.


Inoltre la cosa interessante di questa miniserie è che gli autori hanno preferito dare al protagonista il ruolo principale solo nel presente mentre nel passato non è che l’aiutante dell’assassino che compie effettivamente le azioni e quindi non mantenendo le dinamiche presenti in The Chain e The Fall in cui era lo stesso Cross ad essere anche Nicolaj e quindi il protagonista anche nel passato. Una scelta che in parte era già stata utilizzata nell’ultimo capitolo della saga in cui nel presente non eravamo altro che un dipendente Abstergo Entertainment e non il discendente diretto.

In conclusione, nel suo genere è un must perché consente agli amanti della saga di comprenderla in tutti i suoi aspetti ma ovviamente a livello stilistico e di trama non lo consiglierei a coloro che non hanno famigliarità con Assassin’s Creed. Il voto di conseguenza è fatto pensando anche a questi ultimi.

VOTO 6,5/10

giovedì 10 aprile 2014

HER, come sarà l'amore tra 10 anni


Non sono un amante delle storie d’amore(scusate il gioco di parole) ma questo film è decisamente una cosa diversa. O meglio, è una storia d’amore ma nello stesso tempo è anche un po’ ciò che potrebbe coinvolgere tutti noi, per amore o per semplicemente un rapporto d’amicizia.

La trama si sviluppa in un anno non ben dichiarato anche se dalla tecnologia si direbbe tra non più di qualche anno: le auto sono come le nostre, i treni anche, solo la tecnologia digitale è decisamente un passo avanti. Infatti una software house riesce a produrre un sistema operativo cosciente, una vera e propria intelligenza artificiale in grado di rapportarsi con il proprio possessore. Questa coscienza possiede libero arbitrio e fare da organizzatrice/computer è semplicemente il suo lavoro; intanto impara, cresce, si diverte e prende coscienza della propria esistenza.

Scarlett Johansson è la voce di Samantha
Ma veniamo al protagonista: si chiama Theodore, scrive lettere di congratulazioni, d’amore per altre persone e esce da un matrimonio difficile. Lentamente questa cosa lo sta distruggendo, lo sta allontanando dagli amici e dalle relazioni umane. Intrigato dal sistema operativo Theodore lo acquista e lo installa sul computer di casa. Samantha, si darà da sola questo nome, si rivela subito un’entità speciale, simpatica e desiderosa di definirsi come entità reale. Pian piano il rapporto si fa più intimo e infine l’amore; la storia subirà ovviamente delle impennate ma anche delle clamorose cadute tra problemi etici, morali ma anche prettamente pratici come banalmente il problema del sesso. Come ho già detto prima ribadisco che questa entità non è costretta ad essere amica o amante del proprio possessore, questo è fondamentale per la comprensione del film perché il rapporto è reale in questo modo e non fittizio o imposto. I problemi arriveranno quando il super computer diventerà un super umano in grado quindi di gestire molteplici rapporti nello stesso momento anche se mi fermo per non svelare troppo la trama e farvi perdere la voglia di vedere il film.

Ciò che però colpisce è che è quello che sta succedendo a tutti: per una delusione o per altro, e con le possibilità tecnologiche che aumentano, ci stiamo allontanando dalla realtà. Costruiamo rapporti fittizi sui social senza preoccuparci di avere un reale riscontro umano. Stiamo perdendo la nostra umanità, la nostra capacità di relazionarsi con gli altri ovvero la base di una qualsiasi società.

Unica pecca è che la voce di Samantha, che era della Scarlett Internazionale, in Italia è stata doppiata da Micaela Ramazzotti che, secondo me, non riesce a rendere come l’attrice americana.



Voto 8/10

sabato 5 aprile 2014

SNOWPIERCER


L’altro ieri ho visto Snowpiercer, film tratto dall’omonimo fumetto visionario(che non ho avuto il piacere di leggere) ed ho deciso di farne una breve recensione.

Regia: Bong Joon-ho
Attori di punta: Chris Evans, John Hurt, Jamie Bell

La trama in breve: per contrastare il riscaldamento globale gli uomini gettano un megarefrigerante sulla Terra ottenendo in questo modo l’effetto opposto però: una nuova glaciazione globale. Un milionario conscio del fatto che il refrigerante avrebbe causato un disastro costruisce una ferrovia che permette ad un treno megatecnologico autosufficiente di preservare la razza umana. Il problema è che come il solito i più ricchi si impongono sui più deboli e poveri relegandoli alle carrozze di coda dove lo scenario è stile baracca da campo di concentramento. Dopo innumerevoli rivolte fallite toccherà a Curtes ribellarsi e cercare di giungere alla locomotiva e acquistarne il controllo per l’eguaglianza.

una scena del film
Le mie impressioni: il regista sudcoreano gestisce bene il fattore azione e botte ma cade nella monotonia ad un certo punto, i tizi entrano nella carrozza ammazzano le guardie e vanno avanti sotto la faccia attonita degli altri passeggeri. Purtroppo gli spunti per un film un po’ meno superficiale c’erano: la lotta di classe, la voglia di un mondo più equo e libero ma purtroppo questi argomenti sono relegati, come i protagonisti, all’ultima carrozza con qualche richiamo solo grazie a delle frasi d’effetto tipicamente hollywoodiane. Inoltre la tecnologia che usa il treno per girare all’infinito non è spiegata né lontanamente accennata, punto fondamentale di un film di fantascienza è la presenza di una descrizione tecnologica ben studiata e dettagliata, come anche di un libro sci-fi. Il finale del film lascia abbastanza perplessi non riuscendo a cogliere esattamente il significato; spero vivamente che il fumetto non finisca nel modo buonista in cui è finita la pellicola cinematografica. L’unico punto a favore del film sono i continui cambi di scena da carrozza a carrozza, si passa dal dormitorio all’acquario, dal vivaio alla discoteca, per il resto un film vuoto e poco sviluppato.



VOTO 5,5/10

venerdì 4 aprile 2014

TEX IL GRANDE


Tex Willer. ranger, sakem dei navajos, Aquila della Notte, galantuomo,paladino della giustizia...  se ci mettessimo ad elencare le sue innumerevoli qualità, ci vorrebbe un'intera giornata: creato nel 1948 questo personaggio ha avuto poche ma importanti evoluzioni dovute ad avvenimenti drastici nella sua vita.

Dal 1988 nacque la collana annuale Special Tex ,soprannominato Stella d'oro. Che ha di speciale? Oltre che ad essere interamente a colori,al contrario del rigoroso bianco e nero classico, ogni opera è formata da albi di grande formato e affidata a disegnatori di prestigio sia nazionali che internazionali.

Partiamo dal numero 1, Tex il Grande(1988) realizzato dallo sceneggiatore Claudio Nizzi e dal disegnatore italiano Guido Buzzelli, illustre fumettista e pittore ,morto nel 1992.

La trama è la classica storia di un sopruso,quindi non granchè originale:una piccola azienda di taglialegna viene minacciata da un'impresa  che vuole il monopolio del legname del territorio. Interverranno Tex e Kit Carson per aiutare il loro amico irlandese Pat Mac Ryan, anche lui vittima.
Sarà una sagra di mazzate e battute a dir poco piacevoli...

Non eccezionale a livello di trama,anzi abbastanza scontata, anche a livello grafico è molto particolare, non caratteristici e adatti al modello western,ad esempio lo sfumato e l'ombreggiatura vengono rappresentati tramite tratteggio che a parer mio risulta abbastanza fastidioso, e infatti risulta essere uno dei Special meno riusciti,ma si può anche perdonare essendo il primo albo e quindi ancora in fase sperimentale. Tuttavia  raggiunge la sufficienza solamente grazie alle innumerevoli battute spiritose che rendono più leggera l'intera opera, senza sviare mai dalla trama.

Minaccia

VOTO: 6/10

mercoledì 2 aprile 2014

BURIAL AT SEA, il DLC che chiude un'era


Oggi siamo qui per parlare dell’ultima fatica di Irrational Games che con questo DLC per il suo ultimo grande titolo Bioshock Infinite chiude definitivamente i battenti. Il leggendario Ken Levine infatti ha annunciato circa un mese fa la chiusura della premiata ditta creatrice appunto della saga esageratamente bella di Bioshock. Il primo e il terzo capitolo sviluppati per 2k sono di un fascino a dir poco struggente, una trama costruita in modo da non comprendere, se non alla fine, il grande disegno che vi è dietro, nascondendo all’interno di esso sottotrame di carattere sociologico, ideologico ed etico. Il primo Bioshock celava al suo interno una forte critica al capitalismo e al liberismo sfrenato senza regole, etiche e non vedi ad esempio lo sfruttamento minorile. Infinite invece una forte critica al fanatismo religioso e alla follia della segregazione razziale.


Oggi però non sono qui per dilungarmi sui capitoli che hanno fatto la storia del mondo video ludico ma a celebrare con un po’ di rammarico la chiusura di Irrational con il suo ultimo lavoro: Funerale in mare. DLC che riprende un po’ tutti i personaggi dei capitoli precedenti, discostandosene in parte e aggiungendo trama ai capitoli principali. Questo contenuto aggiuntivo si divide in due episodi differenti, l’ultimo uscito settimana scorsa e purtroppo la recensione arriva solo ora(PERDONATEMI!).

Episodio 1

scena d'apertura del DLC
La longevità di questa prima parte non è il suo punto forte, lo è invece come sempre in Bioshock la caratterizzazione dei personaggi, segno distintivo che ci ha sempre mostrato quanto possa essere psicologicamente sfaccettata una persona. Il gioco si apre con il solito studio di DeWitt e con l’entrata in scena immediata di Elizabeth. Ma questa non è Columbia è invece Rapture(città sottomarina del primo Bioshock), quello non è Booker e quella non è Elizabeth: sembrano aver conservato le loro fattezze ma non sono loro, o forse sì?
Booker  apparentemente non conosce la donna anche se saltuariamente ha delle visioni di un passato poco limpido; la ragazza dà un lavoro all’investigatore: trovare una bambina scomparsa di nome Sally. A quanto pare questa bambina è stata data per morta e DeWitt lo sa perché quella bambina l’aveva adottata. Comincia quindi una fase di investigazione dai toni molto noir, tralasciando lunghe sparatorie e dedicandosi più allo sviluppo della trama.
Il termine dell’episodio lascerà a bocca spalancata un bel po’ di gente con la riapparizione di due personaggi che ho amato nel corso della saga.  

Episodio 2

Ora si comanda Elizabeth, senza squarci, senza poteri, senza vita. Nel senso che la poveretta ha la resistenza di un foglio di carta, un paio di colpi e la si sistema(non oso immaginare in difficoltà 1989). In questo episodio appunto per la dinamica sopra citata si perde quasi tutta la componente sparatutto del gioco, si predilige infatti una fase stealth e purtroppo i comandi non aiutano dato che non stiamo giocando a Splinter Cell! Per un bel pezzo si passerà il tempo a sbattersene dei nemici e a dedicarsi invece ad un sano jogging per la propria sopravvivenza. Si torna a Columbia, si ritorna a Rapture ma non vi rivelo nulla del come, quando e perché. Vi dico solo che l’obiettivo è quello di recuperare la piccola Sally che nelle mani di Atlas, ovvero Fountaine, sta per fare una brutta fine.

Colgo l’occasione per assegnare i voti ai tre Bioshock oltre che al DLC e a fare i miei umili ringraziamenti a Irrational Games per averci regalato questa inimitabile saga.

BIOSHOCK: VOTO 9,5/10 ha solo il difetto di avere Infinite dopo di lui.

BIOSHOCK 2: VOTO 7,5/10 la pecora nera della famiglia, non sviluppato dagli stessi creatori del primo e del terzo, non aggiunge niente di che anche se la dinamica Sorellina, Big Daddy funziona nella
trama.

BIOSHOCK INFINITE: VOTO 10/10 un capolavoro assoluto, non si può commentare oltre.

DLC BURIAL AT SEA: VOTO 8,5/10 l’unica pecca è che nel secondo episodio la fase stealth è studiata male anche perchè, come accennato prima, il gioco non è creato per avere quella fase.

martedì 1 aprile 2014

TUTTE LE DONNE DEL PIPISTRELLO


Secondo articolo sul Cavaliere Oscuro! O meglio, anche questa volta non sarà il diretto interessato bensì le sue love story saranno l’obiettivo di questo post. Dunque godetevi questa carrellata di fidanzate e amanti non solo di Batman ma soprattutto di Bruce Wayne!

(link al primo articolo celebrativo se ve lo siete persi!)

VICKI VALE
La Vale è una fotogiornalista del Gotham Gazette che ha un’avventura con Bruce Wayne. Dopo aver fatto un lavoro come ospite nel talk show televisivo The Scene, Vicki torna al giornale per investigare sulle voci della misteriosa scomparsa di Batman nel periodo del ciclo Final Crisis. Bruce presto rispunta dal nulla e la giornalista grazie al suo intuito riesce a smascherare l’uomo pipistrello anche se terrà per sé questa scoperta.

CATWOMAN/SELINA KYLE
L’identità di Bruce Wayne è ben lontana dalla vera personalità tanto che il playboy che mostra esteriormente in realtà non esiste. catwoman per questo è la donna che lo conosce meglio. I due hanno sviluppato una controversa relazione fin da quando debuttarono nelle loro prime avventure a Gotham City. Lei è una ladra ma raramente i suoi crimini nocciono ai realmente bisognosi, e Batman valuta caso per caso il suo status fuorilegge.
(a mio parere uno dei personaggi più belli mai creati in tutta la storia)

JEZEBEL JET
Come modella Jezebel ha una fama pari a quella di Bruce Wayne. Dopo che conquista la fiducia di Bruce, egli le rivela ogni dettaglio della propria vita compreso un tour nella batcaverna. Ma Jezebel mette le pulci nell’orecchio di Bruce, cercando di convincerlo che non sia mentalmente sano e alla fine si scopre che la modella non è altro che un agente sotto copertura dell’associazione del guanto nero facente capo al Dr. Hurt. Una vendicativa Talia più tardi la eliminerà.

VESPER FAIRCHILD
Ospite radiofonica incontrò Bruce nel suo show, i due diventano una cosa sola. Vesper più tardi perseguì una carriera investigativa ma quando si avvicinò alla scoperta dell’identità segreta di Batman Bruce la tagliò fuori dalla propria vita. Poco tempo dopo venne ritrovata dallo stesso Bruce morta all’interno della proprietà degli Wayne. La polizia arrestò Bruce come primo sospetto dell’omicidio e ci vollero mesi di investigazione da parte del crociato incappucciato per identificare il vero killer. 

SASHA BORDEAUX
Sasha lavorò come bodyguard per Bruce, questo la metteva in una posizione tale da scoprire l’identità segreta di Batman. Inoltre se ne innamorò ma la storia durò poco data la presenza di sospetti nei loro confronti per l’omicidio di Vesper Fairchild altro interesse amoroso del nostro supereroe. Dipanati tutti i dubbi, Sasha accettò un lavoro all’interno del gruppo anti insurrezionale Checkmate, ricevendo una nuova identità e degli impianti cibernetici. 

JULIE MADISON
Uno dei primi amori di Bruce Wayne, spesso ostaggio dei nemici dell’uomo pipistrello che puntavano al suo patrimonio famigliare. Stettero insieme poco tempo, le continue inspiegabili assenze del caro Bruce li allontanò velocemente. Lasciò il rampollo di Gotham senza mai venire a conoscenza della sua identità segreta, infine adottò il nome di Portia Storme per tentare la carriera da attrice.

SHONDRA KINSOLVING
Shondra era una psicoterapista ed ebbe Bruce come paziente, che dopo un esaurimento si era rivolto a lei. Durante le sedute il rapporto tra di loro si consolidò. La loro relazione si interruppe quando il fratello di Shondra sfrutta le sue capacità per scopi malvagi e ciò le provoca uno shock mentale. Ricoverata andrà avanti senza Bruce Wayne.

TALIA AL GHUL
A capo della lega degli assassini Talia è sicuramente l’amante più mortale di Batman. Dieci anni fa una relazione fra loro consentì la nascita di Damian, anche se Batman ne viene a conoscenza solo recentemente. Dopo aver portato un figlio nella vita di Bruce e spesso lo ha usato per far pressioni sul suo amato fino addirittura ad ucciderlo tramite il suo guerriero fantoccio Eretico. L’ambizione di Talia è più grande di quella del padre Ras, non vuole niente di meno che il controllo del mondo.

SILVER ST. CLOUD
Facente parte dell’alta società di Gotham e coordinatrice di eventi, velocemente riuscì a capire la doppia identità del playboy ma la verità distruggerà il loro rapporto. Infatti Silver, non potendo convivere col fatto che Bruce rischi tutte le notti la propria vita, ruppe il loro rapporto. Ritornò più tardi tentando di riallacciare i rapporti ma sperimentando un brutale attacco da parte dell’assassino Onomatopoeia.    

NATALYA TRUSEVICH

Pianista di origine slava con un passato turbolento e doloroso, conquista Bruce a causa proprio delle sue origini. Natalya capisce che Bruce in realtà non è colui che si vede in pubblico: spinto da Alfred, Bruce le rivela la sua doppia identità. L’uomo pipistrello è convinto talmente che questa relazione possa funzionare che in qualche pagina si scorge la possibilità che possa appendere il mantello al chiodo. Purtroppo questo idillio termina con la tragica morte della Trusevich ad opera del Cappellaio Matto.