Dopo questo prolungato periodo d’assenza causa scarso
materiale e ponti di Pasqua e 25 aprile annessi si torna a scrivere qui su
Law&Heroes. Oggi volevo prendere in considerazione un po’ di cinematografia
fantascientifica. Ultimamente si vede poca roba che sia di una qualche
rilevanza nelle sale e attendendo di vedere Trascendence ovvero il nuovo film
con Johnny Depp non targato Disney o Burton parliamo un po’ dei vecchi
capolavori che hanno fatto la storia del cinema sia in senso lato che in campo
prettamente fantascientifico. Stiamo parlando di tre film usciti tra il 1968 e
il 1972: 2001 Odissea nello Spazio, il Pianeta delle Scimmie(si intenda
ovviamente il capolavoro con Charlton Heston ovviamente) e Solaris di Tarkosky.
In questi film, ognuno a modo loro, non era solo la materia
fantascientifica ad essere di pregevole fattura ma anche il fattore umano. Mi
spiego meglio, in ognuno di questi film erano integrati alla trama i sogni, le
paure e le volontà che in quel tempo l’umanità tendeva e ricercava.
2001 Odissea nello
Spazio: si parte da lontano, il passaggio da scimmia a uomo e l’immancabile
monolite nero ovvero la storia, il progresso. Tutte le volte che succede
qualcosa di rilevante appare questa figura terribile al vedersi. Ma siamo
sicuri che sia solo per un passaggio storico rilevante come per il primo
utilizzo di un utensile da parte di una scimmia e l’invenzione della prima
intelligenza artificiale? Assolutamente no, alla fine si capisce che il
monolite vale per tutti, per tutto e per qualunque cosa, appare anche all’uomo
in punto di morte. La vita del mondo e del singolo essere vivente scandita ogni
volta dall’apparizione dalla maestosa figura nera. In questo film si incarna il
passaggio del tempo, ma anche il tempo come coordinata e quindi eternamente
presente ed eternamente vivibile. Si potrebbe concludere che tutti siamo storia
ma la storia va avanti comunque senza uno o nessuno di noi traducibile con un
TUTTO è UNO e UNO è TUTTO.
Il pianeta delle
scimmie: film in cui si incarna la paura della guerra atomica e la volontà
di fuggirne ma non solo da questo anche la volontà di fuggire dall’uomo stesso.
Il protagonista che si imbarca sull’Icarus vuole scappare da un mondo in lenta
distruzione ad opera dell’uomo. La decadenza dell’uomo è l’elemento
fondamentale del film che viene mostrato nel suo lato peggiore ovvero come mero
distruttore avido e lussurioso. Tutta questa visione verrà portata a compimento
nella scena finale in cui tutto verrà totalmente svelato e la storia diverrà
realmente chiara. È uno dei primi film in cui l’ambientalismo fa capolino come
argomento del film, in un tempo in cui nessuno avrebbe pensato alla Terra come
unica ed irripetibile questo film oggi sa di profetico, ogni battuta lascia
molta amarezza.
Solaris: in
questo film di matrice chiaramente russa in risposta al capolavoro di Kubrick
si nota la debolezza dell’uomo e la sua fragilità; davanti ad una copia di una
persona deceduta che si amava, al ricordo dei momenti vissuti insieme, l’uomo
non sa resistere e si abbandona comunque tralasciando ogni impulso razionale. In
questo caso si abbandona tra le braccia di questa entità aliena affinché quel
calore umano perso possa durare ancora un poco o per l’eternità. Il regista
gioca molto anche lui su questo concetto di morte, vita e tempo per mettere in
luce quanto questi concetti siano relativi e astratti: moriamo davvero o
entriamo a far parte di qualcosa di più grande? Moriamo o rivivremo per sempre
i momenti della nostra vita senza renderci conto che siamo morti?
In conclusione consiglio a chiunque queste tre pellicole sia
per gli stupefacenti effetti speciali per l’epoca ed inoltre per la capacità
del regista e degli sceneggiatori di mettere in piedi delle storie
affascinanti, fantastiche ma anche profondamente impegnati nella ricerca di
risposte alla vita, alla morte ed ai segreti dell’universo. Non credo serva
dare un voto a questi capolavori del cinema, davvero senza tempo.
P.s. consigliatissimo ovviamente il primo Alien di Scott!