martedì 22 luglio 2014

WATCH_DOGS


Ormai lo sapete, io arrivo tardi. Dopo più di due mesi dall’uscita del gioco vi propongo la mia recensione dell’ultima fatica di Ubisoft, continuamente rimandata sia per ragioni di marketing che per adattamento alle console next-gen: WATCHDOGS.

Per rendere più scorrevole la lettura dividerò l’articolo, come ho fatto alcune volte, in paragrafi.

TRAMA: il gioco si svolge ai giorni nostri, Aiden Pearce è un hacker che, dopo un colpo andato male, viene rintracciato dal gruppo malavitoso che cercava di derubare inconsapevolmente. Questa gang decide di far uccidere prima i suoi parenti e poi lui; durante gli scontri la nipotina muore in un incidente stradale. Cercando vendetta Aiden si dovrà giostrare tra gruppi malavitosi, hacker inaffidabili e vecchie conoscenze; per vendicare la piccola Lena e salvare la sorella che intanto viene rapita. Tutto tra corse ad alta velocità, guerriglia di strada, assedi a dei grattacieli che in realtà sono roccaforti moderne. Sembrerebbe un GTA qualunque ma in mezzo a tutte queste questioni personali c’è qualcosa di grosso di molto più grosso: a Chicago è entrato in funzione un mega computer che controlla e spia tutti, attraverso questa IA la Blume, la società che l’ha costruito, sta costruendo un impero che si potrà estendere a tutto il mondo. Quindi oltre alle corse, alle sparatorie e tutto il resto aggiungeteci un megacomplotto internazionale e poi GTA ve lo potete anche scordare. _ISEEYOU

Clara Lille, personaggio fondamentale del gioco
AIDEN PEARCE: come molti hanno già fatto notare Aiden assomiglia molto ad un assassino dell’altra saga Ubisoft, anche ben disegnato rispecchia effettivamente un 35enne disagiato(con quel maglione sotto il cappotto che proprio non si può vedere). Professione hacker e giustiziere, si muove a Chicago con l’esperienza sgominando bande criminali, traffici di prostitute e facendo schiantare la polizia contro tutti i dissuasori presenti in città! Cosa vuoi di più dalla vita!

PERSONAGGI: i personaggi sono ben scritti e abbastanza approfonditi tramite anche i vari audio diari reperibili in tutta Chicago, come per tutti i giochi per capire fino in fondo la sceneggiatura è d’obbligo trovare tutti questi oggetti collezionabili per non farsi scappare qualche chicca che ci potrebbe non far apprezzare appieno la nostra esperienza videoludica. Ubisoft comunque non si smentisce e mette in piedi una bella sfilza di personaggini niente male fondendo un po’ lo stile di Assassin’s Creed, per quanto riguarda gli hacker, e quello di Far Cry, per quanto riguarda gli antagonisti.

GIOCABILITà: è decisamente migliorabile, sotto alcuni aspetti le meccaniche sono un po’ lente anche se si tratta di minuzie; il gioco scorre abbastanza bene anche se il sistema di puntamento è rivedibile e da sistemare la sensibilità e la velocità di reazione. Il gioco è quasi sempre realistico, a parte per ciò che riguarda gli incidenti automobilistici, anche se penso quello sia modificabile aumentando la difficoltà, e i boss” che solitamente in questi giochi non ci sono ma in questo a quanto pare sì; quando bisogna affrontare Iraq, per esempio, bisogna colpirlo 7 granate per ammazzarlo e sto tizio non è corazzato è in giro con un cazzo di Aspesi fosforescente! Questa scelta mi ha fatto storcere il naso perché totalmente fuori luogo ed ingiustificata.


IMPRESSIONI FINALI: questo gioco nasconde più di quello che in realtà dovrebbe mostrare apertamente; questo gioco butta nella testa di un attento osservatore una miriade di paranoie ma anche una miriade di verità. Per quanto riguarda le prime sono quelle che tendiamo ormai ad affrontare ogni giorno, social media in rapida crescita, informazioni personali e private che vengono divulgate a rotta di collo; tutto questo è però controllabile, una persona intelligente dovrebbe saper gestire le proprie informazioni e sapere se e quando pubblicarle. La cosa più pericolosa è ormai diventata mettere qualcosa in rete perché qualsiasi persona in qualsiasi parte del mondo può entrarne in possesso. Il pericolo più grande lo corrono però i più piccoli che si ritrovano ad essere online ancora prima di avere la capacità piena di quello che stanno facendo, riducendosi a volte a compiere atti estremi per qualche parola di troppo su face book. Per quanto riguarda la verità raccolta in questo gioco, ma che in realtà si ricollega direttamente alle paranoie appena descritte; parafrasando un antagonista del gioco: “tutti vedono le mie attività di copertura: le puttane, le armi, la droga; ma non vedono che sto costruendo un impero sulle informazioni, sui loro peccati e poi.. poi saranno miei”.


VOTO: 9/10

"NOBODY IS ANONYME"

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