venerdì 31 gennaio 2014

AL GIOCO DEL TRONO O SI VINCE O SI MUORE



Ciao a tutti ! Sono qui come aiutante(ma anche come recensore) del fondatore, nonché amico. Ho quasi 22 anni,abito vicino Como, laureando e quindi ho tempo da buttar via : ho scelto di utilizzarne  per entrare in questa divertente e acculturata pagina.
Bene…. Altre informazioni le troverete nel profilo.. quindi passiamo subito al mio primo lavoretto: ho scelto una serie che sta repentinamente diventando sempre più celebre….
volete indovinare?Credo però abbiate già visto l’immagine e il titolo, e se uno non sa cosa sia, ebbene legga questa recensione e subito dopo cominci a capire cosa si è perso!!

Con uno strepitoso Sean Bean come punta di un cast di alto livello(Peter Dinklage, Jack Gleeson…)la serie non delude né a livello di trama, né di interpretazione.
Per chi non l’abbia mai visto introduciamo brevemente(anche se dovreste vederlo).
Trasposizione quasi completamente pedissequa dell’opera di George Martin-“ Le cronache del ghiaccio e del fuoco”,la storia si svolge in una geografia immaginaria con ambientazione medioevale. Tuttavia anche se la storyline si basa sul fantasy, sono presenti dei sottogeneri quali l’horror, il thriller e un buon sano erotismo.

“Al gioco del Trono o si vince o si muore”
- questa concisa epigrafe rappresenta efficacemente l’intreccio principale della storia: buona parte della vicenda si sviluppa attorno alla faida fra la casata degli Stark e dei Lannister, provocando una scia di vendetta indeterminata, mentre l’altra parte include le vicende dei guardiani della notte(difensori dai pericoli del Grande Nord) e del casato dei Targaryen, desiderosi di riprendere il potere usurpatogli dai Baratheon.
Ma veramente cosa ha offerto questa serie?! Solo uno svago oppure qualcosa in più?
Ecco:  trasmette passione,  ogni tipo di sensazione verso i personaggi: odio, compassione, speranza… Ogni appassionato si è preso a cuore un personaggio tifando per lui(anche se  magari rimane vivo per poco, Martin ha il vizio di uccidere chiunque gli capiti sotto tiro), o anche per una casata.
Inoltre seppur tutti i ruoli siano a tutto tondo, ogni personaggio si distingue per proprie caratteristiche: L’onore e la lealtà , l’infamia, il sadismo, l’ambiguità, l’ingenuità…
per studiare i personaggi uno per uno rimarremmo qui per ore.
Il fattore che lo differenzia particolarmente  da altre serie? La mancanza di certezze -possibile? - che intercorre per tutti gli episodi: veramente, VERAMENTE  non puoi prevedere cosa accadrà ad un personaggio perché l’autore(con la sua mente contorta) ha elaborato così bene la storia che anche il più infame dei personaggi può prevalere sul più nobile,riuscendo così a stravolgere gli scontati finali che ad oggi caratterizzano  una buona parte della produzione sia di film che di libri.
Non sono presenti rilevanti anacronismi e il livello di dettaglio è abbastanza elevato.
Altra nota positiva è la forte tensione e attenzione che si prova durante la visione, difficilmente ci sono punti morti e scene noiose; rivedendolo anche più volte( e quindi sapendo già che succede) si rimane sempre allibiti e sconvolti nei vari momenti di svolta.

Come in tutti i fantasy vi è sempre un sottofondo di morale : la principale  sembra banale ma è la classica “l’apparenza inganna”… per esempio il folletto in realtà è  il gigante in astuzia,
il bastardo è il più puro d’animo, il più infame in realtà è veramente leale…. Questi stravolgimenti nei personaggi prendono in contropiede i nostri pregiudizi e ci rendono incapaci di dare un vero giudizio a ciascun personaggio.

Ma ci sono dei contro a questo capolavoro? Bè sì … la presenza di magia(ad alcuni non piace troppo l’esoterismo) che tuttavia fortunatamente è poca,anche se è una caratteristica base delle storie fantasy-medievali. Inoltre non si dorme di notte perché troppo presi male a insultare i vari personaggi colpevoli di notevoli nefandezze.


voto:8/10       non 9 poiché devo aspettare altri 3 mesi per vedere in Italia la quarta stagione

mercoledì 29 gennaio 2014

THE WOLF OF WALL STREET



Ieri sono andato a vedere l’ultimo film di Scorsese: “the Wolf of Wall Street”. Come ormai da tradizione c’è il Leonardo internazionale a fare da traino a questo film con la sua più che lodevole interpretazione(come sempre ultimamente). Passiamo velocemente alla trama senza svelare niente di fondamentale per chi ancora il film non l’ha visto.

Il film narra le vicende, molte delle quali veramente accadute, di Jordan Belfort, agente di borsa, che da zero costruisce un impero finanziario che ha le sue fondamenta in titoli fasulli e senza valore. Esatto: si arricchisce sulle spalle dei cittadini americani. L’unico punto a suo favore è che è una sorta di Robin Hood come disse la rivista “Forbes” a suo tempo: ruba solo ai ricchi per prenderseli lui però, niente ai poverelli. Una regia potente come quella di Scorsese si destreggia tra feste, deliranti assemblee societarie, droga, prostitute e belle macchine. Vi sembra tutto vuoto e senza sentimenti? Bè sì. Ma è quello che il film vuole imprimervi nel cervello. Il protagonista è infatti ossessionato dai soldi, ne fa il suo unico scopo nella vita sacrificando affetti, relazioni umane e tutto il resto. L’unico obiettivo è far soldi, come se non ci fosse altro nella vita.
Jordan dimostra di essere bloccato nei suoi stessi soldi, diventeranno la sua trappola, la sua parabola cade e rovinosamente. Non accetta un accordo propostogli dal suo avvocato trovandosi in una situazione disperata. Ma anche nella situazione disperata, l’unica cosa a cui pensa davvero sono i soldi.

Backstage

In questo film non cercate una morale perché non c’è, e non c’è volutamente. Non c’è una ricetta anticrisi o un ammonimento verso Wall Street. È un immenso e continuo circo nei recessi più angusti della immoralità che ci circonda. La pellicola è piena di scene di nudo epocali(se siete democristiani non andate quindi a vederlo) e a quanto pare detiene il record di 506 parolacce in un solo film. Se “la Grande Bellezza” di Sorrentino ci mostrava la vacuità dell’animo questo film ci mostra invece l’altra faccia della medaglia: il materialismo estremo e l’avidità dilagante condite con del “sano” individualismo.


“Usciti dalla sala rimane un po’ l’amaro in bocca” ho sentito dire e come ho letto in giro sulla rete; la realtà è che sia l’amaro in bocca di chi almeno una volta ha pensato di fare soldi fottendo la gente ovvero bene o male tutti. alla fine esci dalla sala e pensi, “cavolo se si fosse ritirato avrebbe vinto lui, avrebbe fregato tutti” ma secondo me è giusto che non abbia vinto lui, che non sia riuscito a scappare, nonostante mi abbia conquistato un po’, anche se alla fine un po’ di compassione per lui c’era. Se avesse vinto lui non ci sarebbe stata giustizia. Alla fine era per ripagare quell’1% quella fetta infinitamente ricca di americani, ma la giustizia ci deve essere per tutti e sempre(teoricamente).




PRO: Un film completo che non perde quasi mai di ritmo, ottime interpretazioni, Leonardo Di Caprio(se anche per voi è un punto a favore per il film a prescindere)
CONTRO: film longevo, 3 ore tonde tonde(c’è a chi non piacciono)


Voto: 9/10

domenica 26 gennaio 2014

ARROW-GREEN ARROW


Ho deciso di scrivere questo post perché ultimamente sul fb ho visto uno stato che più o meno diceva così: “ancora Arrow? Che palle…” con commenti sotto del tipo “mi fanno incazzare, rovinano tutti i personaggi dei fumetti”, “peggio di Smallville” e simili. Vorrei un attimo fare un paio di osservazioni; primo Arrow non è sicuramente paragonabile a Smallville, che si concentrava sulle tematiche adolescenziali nelle prime stagioni facendo scorgere solo lontanamente la vera natura di Clark Kent e nelle ultime facendo cacare e basta. Arrow riprende un po’ le ambientazioni lugubri ma realistiche, le tematiche e i profili psicologici dell’ultima trilogia di Batman: economia, borsa, droghe, ricchi che odiano le classi più deboli o minimo se ne sbattono. In maniera più soft? All’acqua di rosa? Certo, giustificato dal fatto che deve essere un telefilm di successo altrimenti i soldi in America te li tolgono e vai a finire sotto i ponti.


Rispondendo al primo commento direi: “ma Freccia Verde tu lo conoscevi prima di Arrow?”, la risposta al 90% sarebbe no, l’8% conoscerebbe Oliver Queen di fama, il 2 invece sa chi è e qual è stato lo scrittore migliore, il periodo in cui ha raggiunto il picco della sua fama, la ricaduta nell'anonimato ecc. Il vero fan spera con il telefilm in una nuova ascesa, come è successo per Batman con Nolan(arrivo di Snyder come sceneggiatore). Quindi da buon amico vi consiglio la miniserie di Grell, “i cacciatori dell’arco lungo” e il successivo ciclo dello stesso autore dell’arciere smeraldo, rintracciabile su rw-edizioni.it lo stanno ristampando ultimamente. Il telefilm si ispira a piene mani da questi cicli, non in maniera così profonda per quanto riguarda i temi droga e aids ma cercando di non deludere i fan più accaniti. Il telefilm infatti propone la vita del miliardario ancora provato dalla permanenza sull’isola(per gli introspettivi), la storia d’amore travagliato con Laurel(per non deludere un possibile pubblico femminile), i nemici che quasi mai sono dei villain veri e propri bensì spacciatori, mafiosi, speculatori economici ecc. mantenendo così fede alla natura di Green Arrow.

Il virile e convincentissimo Oliver Queen di Smallville

Una visione banale e ridicola era quella fornitaci dal già ricordato Smallville(vedi sopra), un Oliver Queen irriconoscibile e non rinvenuto che oscilla tra il penoso e l’inguardabile, dal costume al fisico, alla capacità recitativa. Mi vengono i brividi solo a guardarlo.


Poi ovviamente se uno deve fare a tutti i costi il duro e puro non dirò certamente che è un perfetto freccia verde, ma come si fa a creare un personaggio(e questo vale per tutti i personaggi di fumetti) che nella media ha almeno una 50ina d’anni di scrittura alle spalle? Devi per forza togliere qualcosa, senza snaturarlo certo e poi renderlo un prodotto vendibile. Purtroppo la logica del consumismo/consumatore sta anche a queste logiche, una produzione che possa almeno realizzare lontanamente ciò che viene descritto nelle pagine dei nostri comics preferiti deve essere per forza essere di grandi dimensioni e quindi abbandonarsi a logiche di mercato. Una produzione indipendente, con i fondi che generalmente possiede, non può sicuramente arrivare a creare un’opera nemmeno lontanamente accettabile in questo campo.


Ma sono solo le mie opinioni…

I pessimi telefilm che girano tutto il giorno, tutti i giorni

una delle emozionanti scene di "una mamma per amica"


Io e il nostalgico palinsesto mattiniero di italia1
Causa influenza sono stato costretto al divano per due giorni in cui ho potuto assaporare(si fa per dire eh!) la novità dei programmi e l’indiscussa attualità delle tematiche trattate. Repliche infinite delle peggiori serie televisive di tutti i tempi, tra cui “una mamma per amica”, “hazzard” e l’irritante voce narrante, solo alcune volte contornate da puntate dei più recenti “dr. House” e “Big Bang Theory”. È un po’ come riproporre Sabrina vita da strega, sì era figo quando avevo 10anni io ma adesso proprio no. Con questo non dico di non passare più i vecchi telefilm perché sarebbe come non ristampare più un libro ma cerchiamo di fare le repliche di quelli nuovi che magari il giorno prima uno se li è persi perché è uscito a mangiare, o, almeno, rifare i migliori e non a ripetizione i peggiori e quelli ormai fuori da ogni logica temporale e scientifica.

PS il peggio si raggiunge con Everwood, come sono vestiti quei tizi neanche nei peggiori bar di Caracas negli anni ’30.

PPS tra poco il post, quello leggermente più serio

lunedì 13 gennaio 2014

SORRENTINO - LA GRANDE BELLEZZA - GOLDEN GLOBE - MIGLIOR FILM STRANIERO


!!!!

MOOREMANIA



È il primo post dell'anno e per cominciare in grande stile l'anno nuovo parlerò a grandi linee di quel pezzo di uomo che è il caro e vecchio Alan. Se alcuni di voi si stanno chiedendo chi sia per prima cosa si tirino immediatamente uno schiaffo, come seconda leggano questo parziale elenco delle opere che farò di seguito e vi accorgerete di averne almeno lontanamente sentito parlare:
·         Watchmen
·         V for Vendetta
·         From Hell
·         Killing Joke
·         Swamp thing
·         Promethea
·         Ballata di Halo Jones
·         Excalibur
·         Supreme
·         Top 10
·         Lost girls
·         Tom Strong
·         La lega degli straordinari gentlemen
E molti altri ancora….
Personalmente avevo letto fino a pochi mesi fa solo V per Vendetta e the Killing Joke ma ultimamente mi sono interessato molto di più alla sua figura controversa e particolare, immergendomi completamente nelle sue opere. Cosa ho letto? Opere psichedeliche collegate a volte da un filo sottile che portava a compimento una trama macchinosa ed efficace. Ho letto critiche contro la società odierna ma anche passata, fondate su reali rimandi o futuristici che però profetizzano un avvenire buio. Ho letto storie erotiche e il sesso senza moralismi ma storie non senza una certa moralità.

Cover dell'edizione italiana di "La voce del fuoco"

Moore è uno scrittore capace di scrivere tutto e in qualunque modo, dal fumetto al libro, ad opere musicali. Esercizi di stile non da poco si ritrovano nel suo libro “la voce del fuoco” edito in Italia da BDedizioni del 1996 dove ripercorre la storia della sua cittadina inglese Northampton attraversando le ere, da un troglodita demente al cavaliere crociato fino a giungere a se stesso. La cosa straordinaria oltre alla trama sono i continui cambi di stile e la capacità dell’autore di entrare in empatia con tutti i personaggi descritti e raccontati. La lettura tranne per quanto riguardo il primo racconto è molto scorrevole e decisamente intrigante. Non è sicuramente un libro adatto a tutti dato i contenuti violenti e sessuali.

Per chi non si fosse ancora addentrato nelle vignette scritte dal caro vecchio Alan consiglio la lettura dei suoi capolavori tipo Watchmen(genere thriller supereroistico) e V per Vendetta(che, nonostante gli adattamenti cinematografici abbastanza fedeli, i fumetti rimangono sicuramente più densi di significato e dettagliati), per poi addentrarsi in qualche opera più particolare come “La Ballata di Halo Jones” e in extremis “Lost Girls”.

Mi fermo qui senza alcuna recensione per non anticipare nient'altro a chi, magari, non ha ancora gustato le opere che hanno rivoluzionato il mondo fumettistico ed hanno influenzato quello cinematografico.

Prendete questo post come uno spunto per leggere!
Bella e alla prossima!!