domenica 26 gennaio 2014

ARROW-GREEN ARROW


Ho deciso di scrivere questo post perché ultimamente sul fb ho visto uno stato che più o meno diceva così: “ancora Arrow? Che palle…” con commenti sotto del tipo “mi fanno incazzare, rovinano tutti i personaggi dei fumetti”, “peggio di Smallville” e simili. Vorrei un attimo fare un paio di osservazioni; primo Arrow non è sicuramente paragonabile a Smallville, che si concentrava sulle tematiche adolescenziali nelle prime stagioni facendo scorgere solo lontanamente la vera natura di Clark Kent e nelle ultime facendo cacare e basta. Arrow riprende un po’ le ambientazioni lugubri ma realistiche, le tematiche e i profili psicologici dell’ultima trilogia di Batman: economia, borsa, droghe, ricchi che odiano le classi più deboli o minimo se ne sbattono. In maniera più soft? All’acqua di rosa? Certo, giustificato dal fatto che deve essere un telefilm di successo altrimenti i soldi in America te li tolgono e vai a finire sotto i ponti.


Rispondendo al primo commento direi: “ma Freccia Verde tu lo conoscevi prima di Arrow?”, la risposta al 90% sarebbe no, l’8% conoscerebbe Oliver Queen di fama, il 2 invece sa chi è e qual è stato lo scrittore migliore, il periodo in cui ha raggiunto il picco della sua fama, la ricaduta nell'anonimato ecc. Il vero fan spera con il telefilm in una nuova ascesa, come è successo per Batman con Nolan(arrivo di Snyder come sceneggiatore). Quindi da buon amico vi consiglio la miniserie di Grell, “i cacciatori dell’arco lungo” e il successivo ciclo dello stesso autore dell’arciere smeraldo, rintracciabile su rw-edizioni.it lo stanno ristampando ultimamente. Il telefilm si ispira a piene mani da questi cicli, non in maniera così profonda per quanto riguarda i temi droga e aids ma cercando di non deludere i fan più accaniti. Il telefilm infatti propone la vita del miliardario ancora provato dalla permanenza sull’isola(per gli introspettivi), la storia d’amore travagliato con Laurel(per non deludere un possibile pubblico femminile), i nemici che quasi mai sono dei villain veri e propri bensì spacciatori, mafiosi, speculatori economici ecc. mantenendo così fede alla natura di Green Arrow.

Il virile e convincentissimo Oliver Queen di Smallville

Una visione banale e ridicola era quella fornitaci dal già ricordato Smallville(vedi sopra), un Oliver Queen irriconoscibile e non rinvenuto che oscilla tra il penoso e l’inguardabile, dal costume al fisico, alla capacità recitativa. Mi vengono i brividi solo a guardarlo.


Poi ovviamente se uno deve fare a tutti i costi il duro e puro non dirò certamente che è un perfetto freccia verde, ma come si fa a creare un personaggio(e questo vale per tutti i personaggi di fumetti) che nella media ha almeno una 50ina d’anni di scrittura alle spalle? Devi per forza togliere qualcosa, senza snaturarlo certo e poi renderlo un prodotto vendibile. Purtroppo la logica del consumismo/consumatore sta anche a queste logiche, una produzione che possa almeno realizzare lontanamente ciò che viene descritto nelle pagine dei nostri comics preferiti deve essere per forza essere di grandi dimensioni e quindi abbandonarsi a logiche di mercato. Una produzione indipendente, con i fondi che generalmente possiede, non può sicuramente arrivare a creare un’opera nemmeno lontanamente accettabile in questo campo.


Ma sono solo le mie opinioni…

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