mercoledì 29 gennaio 2014

THE WOLF OF WALL STREET



Ieri sono andato a vedere l’ultimo film di Scorsese: “the Wolf of Wall Street”. Come ormai da tradizione c’è il Leonardo internazionale a fare da traino a questo film con la sua più che lodevole interpretazione(come sempre ultimamente). Passiamo velocemente alla trama senza svelare niente di fondamentale per chi ancora il film non l’ha visto.

Il film narra le vicende, molte delle quali veramente accadute, di Jordan Belfort, agente di borsa, che da zero costruisce un impero finanziario che ha le sue fondamenta in titoli fasulli e senza valore. Esatto: si arricchisce sulle spalle dei cittadini americani. L’unico punto a suo favore è che è una sorta di Robin Hood come disse la rivista “Forbes” a suo tempo: ruba solo ai ricchi per prenderseli lui però, niente ai poverelli. Una regia potente come quella di Scorsese si destreggia tra feste, deliranti assemblee societarie, droga, prostitute e belle macchine. Vi sembra tutto vuoto e senza sentimenti? Bè sì. Ma è quello che il film vuole imprimervi nel cervello. Il protagonista è infatti ossessionato dai soldi, ne fa il suo unico scopo nella vita sacrificando affetti, relazioni umane e tutto il resto. L’unico obiettivo è far soldi, come se non ci fosse altro nella vita.
Jordan dimostra di essere bloccato nei suoi stessi soldi, diventeranno la sua trappola, la sua parabola cade e rovinosamente. Non accetta un accordo propostogli dal suo avvocato trovandosi in una situazione disperata. Ma anche nella situazione disperata, l’unica cosa a cui pensa davvero sono i soldi.

Backstage

In questo film non cercate una morale perché non c’è, e non c’è volutamente. Non c’è una ricetta anticrisi o un ammonimento verso Wall Street. È un immenso e continuo circo nei recessi più angusti della immoralità che ci circonda. La pellicola è piena di scene di nudo epocali(se siete democristiani non andate quindi a vederlo) e a quanto pare detiene il record di 506 parolacce in un solo film. Se “la Grande Bellezza” di Sorrentino ci mostrava la vacuità dell’animo questo film ci mostra invece l’altra faccia della medaglia: il materialismo estremo e l’avidità dilagante condite con del “sano” individualismo.


“Usciti dalla sala rimane un po’ l’amaro in bocca” ho sentito dire e come ho letto in giro sulla rete; la realtà è che sia l’amaro in bocca di chi almeno una volta ha pensato di fare soldi fottendo la gente ovvero bene o male tutti. alla fine esci dalla sala e pensi, “cavolo se si fosse ritirato avrebbe vinto lui, avrebbe fregato tutti” ma secondo me è giusto che non abbia vinto lui, che non sia riuscito a scappare, nonostante mi abbia conquistato un po’, anche se alla fine un po’ di compassione per lui c’era. Se avesse vinto lui non ci sarebbe stata giustizia. Alla fine era per ripagare quell’1% quella fetta infinitamente ricca di americani, ma la giustizia ci deve essere per tutti e sempre(teoricamente).




PRO: Un film completo che non perde quasi mai di ritmo, ottime interpretazioni, Leonardo Di Caprio(se anche per voi è un punto a favore per il film a prescindere)
CONTRO: film longevo, 3 ore tonde tonde(c’è a chi non piacciono)


Voto: 9/10

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.