giovedì 27 agosto 2015

ALIEN ISOLATION, parola d'ordine: sopravvivere


Non amo i giochi survival horror. Soprattutto se in questi l’obiettivo principale del gioco è quello di scappare continuamente senza possibilità di interagire con il nemico, con tutto ciò che ci circondi. Insomma una noia. Soprattutto quando la trama non sta in piedi, un ammasso di credenze folcloristiche popolari senza alcun fondamento e tutto creato al solo scopo di far paura, senza un reale obiettivo. Tutto questo non è Alien Isolation. Questo gioco è una chicca all’interno di un vasto genere che ultimamente ha sfornato giochi uguali e senza personalità. Non è uno sparatutto mascherato da survival come era Dead Space ma è in tutto e per tutto una questione di sopravvivenza e di forza di volontà. Ciò che colpisce di più è la varietà di azioni, di gadget che il giocatore ha a disposizione. Tutto questo per distrarre il nemico e alcune volte per ucciderlo. Non ci sarà infatti solo l’alieno invincibile a darci la caccia ma sulla strada incontreremo sintetici, androidi e uomini disperati che ci sbarreranno la strada. La trama si svolge 15 anni dopo gli avvenimenti del primo film di Alien. La figlia di Ellen Ripley è alla ricerca della madre, scomparsa nello spazio dopo la distruzione della nave commerciale Nostromo. Una stazione spaziale ha ricevuto però da un’altra astronave la scatola nera del Nostromo ma la situazione appena dopo l’attracco è degenerata. Siamo tutti convinti quindi che la colpa sia esclusivamente dell’alieno ma i graffiti sui muri e la situazione disastrata in cui versa la stazione ci fa intuire che c’è qualcosa di più. Ed è qui il colpo di genio, l’alieno è parte integrante del gioco ma la vera domanda è perché la stazione è così conciata? L’alieno è arrivato poco tempo prima e la stazione è immensa. La trama infatti si sviluppa in tre direzioni: la prima è quella prettamente di sopravvivenza, la seconda è il recupero delle informazioni provenienti dalla nostromo e la terza è il motivo dello smantellamento della stazione spaziale e la conseguente rivolta da parte dei dipendenti all’interno della stazione. I colpi di scena, le citazioni dei film e le strade sbarrate sono il punto forte del gioco che ha la capacità di tenere incollati allo schermo con strozzata in bocca la fatidica domanda “e ora?”. Tutto ciò nonè condensato in pochissime ore di gioco come ci si aspetterebbe ma è strutturato su parecchie tenendo conto del genere. Ogni missione aggiunge oggetti, aggiunge nemici, aggiunge intrighi che non mi sarei aspettato in un gioco del genere. Con questo gioco ho amato sicuramente di più la saga di Alien, sperando in un seguito che si spera sia all’altezza di questo pezzo da 90.

La protagonista è di una versatilità impressionante ed è veramente credibile nonostante le azioni che compie essendo un’ingegnere aerospaziale e non la solita signora nessuno che ad un certo punto diventa esperta di macchinari complicatissimi e ha conoscenze nell’occultismo e nelle razze aliene. Caratterialmente sviluppata, lascia spazio anche un po’ alla personalità del giocatore nel momento in cui uno sviluppa uno stile di gioco definito e magari cresce e si forma durante lo svolgersi della trama. È quindi incredibile come possiamo essere tutti Amanda Ripley. 

VOTO 9/10

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