venerdì 17 ottobre 2014

I 3 "ASSOLUTAMENTE" della settimana: COMICS & MANGA

Arriviamo al terzo e penultimo appuntamento con la nostra rubrica, che non ha avuto purtroppo molto successo e che ha trovato radici solo tra i nostalgici e lo zoccolo duro del nerdismo. Oggi ci occupiamo di serie fumettistiche. Ho scelto per questo appuntamento tre fumetti completamente differenti tra di loro innanzitutto per la diversa origine geografica che hanno. Ma non solo! Sono fumetti appartenenti ad epoche differenti, più contenute per i primi due, più accentuate per l’ultimo.
Quindi appassionati del fumetto, godetevi questi tre consigli di L&H!!

Fullmetal Alchemist

Anno d’uscita: 2001
Autori: Hiromu Arakawa
Paese di provenienza: Giappone

Ho smesso di leggere manga fondamentalmente quando si è concluso Fullmetal Alchemist(che chiameremo FMA per comodità d’ora in avanti). Questo manga per me è stato un po’ come un romanzo di formazione, dall’inizio alla fine è come l’autrice ti dicesse che senza sacrificio e dedizione non si ottiene nulla. È una dura lezione e i fratelli Elric la imparano perdendo un braccio e una gamba uno e tutto il corpo l’altro durante una trasmutazione alchemica che doveva riportare in vita la madre. Esatto usano l’alchimia, in questo mondo parallelo si è sviluppata al posto della scienza ed occupa  un posto di rilievo anche in ambito militare.
Il fumetto oltre ad insegnare la dedizione ci pone davanti delle domande etiche mica da ridire: peccati, dolore, guerra, complotti politici e morte sono il pane e l’acqua di questo manga. La trama che vi sembrerà chiara fin da subito subirà grandi cambiamenti fino ad essere stravolta senza mai trovarsi di fronte a degli errori di sceneggiatura. I due protagonisti adolescenti saranno costretti a crescere in fretta per sopravvivere ma soprattutto per raggiungere il loro obiettivo; in realtà questi due elementi alla fine combaceranno e con la loro maturità e la loro dedizione si ritaglieranno il loro centimetro di felicità in un mondo devastato. Davanti ad un impressionante susseguirsi di eventi ci troveremo spaesati e negli ultimi numeri il climax si innalzerà fino a livelli mai visti fino alla risoluzione agrodolce del ciclo narrativo.
E voi siete pronti a sacrificare qualcosa?

Batman: la Corte dei Gufi

Anno d’uscita: 2011
Autori: Scott Snyder – Greg Capullo
Paese di provenienza: USA

Come sapete bene ormai, sono un grande appassionato di Batman e questo mi porta obbligatoriamente ad inserire un suo ciclo fumettistico all’interno di questo post. Non vado tanto in là negli anni e vi propongo secondo me, la rinascita di Batman, il primo ciclo narrativo di Snyder e alle matite il fedele Greg: la Corte dei Gufi. Questo ciclo mi ha colpito parecchio e mi ha riportato a stretto contatto col cavaliere oscuro. A parte i disegni sempre impeccabili di Capullo c’è la straordinaria capacità dello sceneggiatore di costruire la storia come un noir oscuro pieno di ombre e di ritrarre Batman come un uomo, debole, che può fallire, che sottovaluta, uno qualsiasi. Dopo la gestione di Morrison che mi aveva decisamente deluso riesco a intravedere una grossa opportunità per una delle più grandi testate fumettistiche mai esistite. Un reparto di investigazione serio e studiato alla perfezione senza crepe, studiato come in un vero poliziesco. Elemento mancante da un po’ di tempo sulle pagine del crociato incappucciato.
L’unica cosa che realmente stride è il finale, che lascia un po’ di amaro in bocca ma con la convinzione che i personaggi che Snyder ha creato appositamente per questo ciclo narrativo non tarderanno a ritornare più in forma che mai, per chiarire, speriamo, gli enigmi lasciati irrisolti nel finale.  

Alan Ford

Anno d’uscita: 1969
Autori: Max Bunker – Magnus
Paese di provenienza: Italia

Di cosa o chi stiamo parlando? Molti se lo chiederanno dato che, come me, sono nati ben lontani dalla data di uscita di questa opera fumettistica e non essendo poi stato prolifico come Tex e company è stato costretto fondamentalmente a chiudere. Sto parlando di Alan Ford, produzione fumettistica italiana di gran pregio che, dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso, ha fatto le fortune, se così si può dire, insieme a Kriminal di Max Bunker e del celebre disegnatore Magnus. Io sono venuto a conoscenza di questo fumetto grazie a mio padre che li collezionava da piccolo e che grazie alle ristampe, prima di Repubblica ed ora di Mondadori, siamo riusciti a recuperare. Ovviamente è un very old school comic, oltre al tratto molto caricaturale le storie sono molto semplici e studiate per ragazzini anche se in realtà sotto si cela un complesso più articolato di tematiche. Ma andiamo per ordine.
Alan Ford è un grafico pubblicitario che vive in un pollaio sul tetto di un grattacielo a New York(e già direi che si parte molto bene), contattato da una misteriosa richiesta di lavoro si troverà invischiato in una missione segreta per conto di un gruppo di spionaggio per recuperare dei microfilm al cui interno sono registrate delle informazioni sensibili. Degno di alcune delle più belle commedie di Plauto(autore latino famoso per quest’ultime) si rispolvera il topos letterario dello scambio di persona. Tutto nasce da un errore e il povero Alan sarà assunto da una sgangherata organizzazione di spionaggio: la squadra TNT.
Ma perché ve lo consiglio? Perché oltre ad essere uno dei capostipiti del fumetto internazionale è anche uno dei primi esempi di fumetto sociale. La povertà del gruppo TNT, il povero Alan e il suo amico Rock con le pezze sui vestiti e nemmeno un dollaro in tasca facevano sognare i bambini dell’epoca che non se la passavano ancora tanto bene. Discostandosi dalla solita immagine della spia alla 007 consentiva ai bambini di credere in loro stessi, di sognare, ad ambire a qualcosa di più. Ogni bambino poteva essere una spia, era questo il messaggio; ed era la cosa più bella del mondo.
Il personaggio poi incarnava l’ingenuità, la purezza che poi sono qualsiasi valore in senso primordiale. Cioè dalla purezza scaturisce l’onesta, la speranza, la capacità di reagire alle ingiustizie ecc. Inoltre, questa purezza era in contrapposizione con il mondo che circondava il personaggio, un mondo triste, disilluso e generalmente crudele. Davanti alla fame, alla povertà c’erano però i grandi occhi blu di Alan che parlavano: “c’è ancora speranza”.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.