sabato 3 agosto 2019

Cinema Indie, CAPITOLO 3 – LA PRODUZIONE


Il primo capitolo di questa rubrica era dedicato ai soldi, la produzione è lo sfruttamento di questi per la messa in scena della sceneggiatura.
La produzione di cosa? Principalmente di cortometraggi. Non affronto la produzione di lunghi in questa rubrica. Anche per quanto riguarda il primo capitolo affrontato settimana scorsa si tratta appunto di cortometraggi. Non ha senso impegnare delle persone per un tempo lungo senza la sicurezza di una retribuzione immediata, secondo me è anche poco etico.
Per quanto riguarda la produzione quindi cosa si intende? Si intende il momento vero e proprio di shooting. È un momento difficile pieno di tensione e il timore di non riuscire a finire. Perché? Di solito si ha poco tempo per girare se tutte le persone coinvolte non sono pagate, non si può tenere impegnati tutti per periodi lunghi. È quindi l’ansia di dover finire a tutti i costi in 3-4 giorni al massimo senza la possibilità di replicare, vuoi per indisponibilità successiva dei tecnici o del cast, vuoi per quella della location. Il consiglio è quello di limitare le location al minimo assoluto 1-2 altrimenti le difficoltà aumentano vertiginosamente.
La grossa problematica delle produzioni indipendenti è l’organizzazione, perché solitamente manca e solitamente causa anche il naufragio definitivo del progetto. Ho visto progetti durare anni e poi naufragare a 3 scene dalla conclusione, o progetti essere rivisti talmente tante volte dal diventare completamente senza senso(a livello di storia). Questo deriva proprio dalla mancanza di organizzazione. Si tende molte volte a voler “fare l’arte” senza tutte le implicazioni tecniche e produttive che ne derivano. Sottovalutare per esempio l’elemento cibo e bevande è un’altra causa di una squadra nervosa e poco pronta ad affrontare un lavoro che è uno dei più faticosi mai fatti. Davvero. In certi casi è davvero così, avere persone con la pancia piena e con un po’ di alcol in corpo facilita enormemente il lavoro, rende tutti più rilassati e meno inclini a sviluppare la tendenza a voler in qualche modo mettere i bastoni tra le ruote alla produzione.
L’organizzazione talvolta militare che deve avere una produzione audiovisiva è normalmente poi anche l’origine del suo successo. Sia ben inteso non a livello artistico ma prettamente a livello di goal raggiunti. Pensare che l’importante sia avere soltanto una buona sceneggiatura, delle maestranze e degli attori decenti basti a creare un prodotto sostenibile è pura fantasia.

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