domenica 10 gennaio 2016

IL PICCOLO PRINCIPE, il film


Quattro giorni or sono mi sono recato al cinema a visionare l’ultimo lavoro di Mark Osborne: “il piccolo principe”.
La maggior parte di voi conosceranno il libro originale quindi non mi soffermerò sulla validità o meno di quello dando per scontato che ci sono miriadi di interpretazioni del libro e di ogni singola frase. Un libro più per adulti che per infanti, un libro per tutti ed ogni età dà la sua interpretazione. Ciò che è certo è che è un libro duro, difficile da digerire, soprattutto per un bambino. La morte finale del Piccolo Principe spezza il cuore dei più piccini che forse non colgono la tensione all’immortalità dello stesso.
Il film è appunto questo, la tensione all’immortalità, la paura di dimenticare non solo noi stessi e l’Io fanciullo bensì dimenticare ciò che siamo, chi amiamo e ciò che siamo stati. L’amore come sentimento puro, come necessità fisica prima di essere necessità psicologica. Il calore umano come origine di qualsiasi cosa. Il lavoro, la religione, la scuola, i beni materiali non sono altro che sovrastrutture. Ciò di cui necessitiamo siamo noi stessi. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro, senza esclusione, senza remore e senza timori. La trama del film si snoda su tutti questi temi fondamentali soprattutto in un periodo di tensione ed odio etnico. Se il libro era dedicato a tutti, il film è dedicato soprattutto ai più grandi. Perché? Perché stavolta non ci sono interpretazioni, è un film sulla perdita, sulla mancanza e, forse, sul ritrovamento. La magra consolazione del finale non è altro che lo scherzo della vita, chi rimane deve tassativamente ricordare. Ma basta? Basta il ricordo per elaborare un lutto, o rimangono solo incertezze, rimpianti? Il libro ma soprattutto il film cercano una risposta alle domande che chiunque ha perso qualcuno di caro si pone quasi giornalmente. Ovviamente non ci sono risposte.


Tecnicamente il film è molto ben fatto, due stili di animazione: una digitale, una più cartoon classico. La prima è utilizzata per la storia principale, mentre la seconda per narrare la storia del libro originale. Sconsiglio la visione ai bambini, cioè non vorrei sembrare troppo ardito ma non ci sono canzoni, il film è complessivamente triste e lo svolgimento della trama non porta in effetti ad una vittoria dell’eroe/protagonista. Non è in sostanza kung-fu panda. Esempio calzante dato che stiamo parlando dello stesso regista. Il film comunque scorre in maniera piacevole e perde ritmo solo in una parte del film, sui tre quarti in uno snodo quasi fondamentale del film che tende però ad essere prolisso. Per il resto è un gran bel film, lo consiglio vivamente al popolo intero

VOTO 8/10

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