mercoledì 18 marzo 2015

BOYHOOD

Ciao ragazzi, settimana scorsa mi sono accorto che era da parecchio tempo che non guardavo film nuovi. Non tanto perché non ne avessi voglia, piuttosto perché nessuna nuova uscita mi ispirava davvero. L'altra sera ero molto indeciso: "Birdman" o "Boyhood"? La scelta è ricaduta sul secondo, quindi mettetevi comodi.

BOYHOOD

Regista: Richard Linklater

Trama: Mason è un ragazzino che vive con la sorella Samantha, più grande di lui di due anni, e la amdre Olivia, divorziata dal marito Mason Sr. Sam e Mason possono vedere il padre solo a week end alternati, il che spinge Mason Sr. a cercare in tutti i modi di instaurare un rapporto speciale e duraturo con i due ragazzi, portandoli ogni volta in posti diversi. Olivia intanto si perderà in relazioni sentimentali fallimentari, che la formeranno però come madre e soprattutto come donna forte e indipendente (riprende gli studi, li porta a termine e troverà un lavoro gratificante). Il film percorre un arco temporale di 12 anni, durante i quali viviamo i cambiamenti sociali, emotivi, relazionali e SOPRATTUTTO TEMPORALI dei protagonisti.

Al di là della bellezza stilistica che possiede, l'opera di Linklater è UNICA. Mai vista prima, mai nemmeno sognata, sperimentazione totale. A mio parere certe prese di posizione vanno soltanto premiate, soprattutto quando si trasformano in ottimi film come questo. Nessuno si sarebbe mai sognato di girare un film per 12 anni (giustamente, sia chiaro), eppure Boyhood non è un pretesto fine a sé stesso per mostrare di saper fare qualcosa di originale. La crescita fisica dei protagonisti è accompagnata a quella psicologica, solo perché questo è il tema centrale di tutta la vicenda: crescere, vivere e apprendere dall'esperienza. Mason, insieme alla sua famiglia, dovrà compiere il proprio personalissimo viaggio, e capire qualcosa che non è chiaro a tutti, ma che può percepire solo lui.
Non troviamo una vera e propria morale, un messaggio che ci possa mettere l'anima in pace, ma solo riflessioni sul tempo e sui cambiamenti della vita. Devo dire che per questa volta lo apprezzo: basta con le solite morali su quanto è bello invecchiare, o su quanto è brutto; o su quanto è bello essere ragazzi e su quanti problemi hanno i ragazzi..non se ne può più, sono cose viste e riviste, e su cui nessuno, francamente, potrà mai dare un parere che vada bene a tutti. Quindi ancora una volta scelta azzeccata per Linklater.
Ottimo film, forse un po' lento in alcune (poche) parti, certo un po' lungo (165 minuti) ma direi per ovvi motivi. Da aggiungere sicuramente al vostro bagaglio culturale.

VOTO: 8,5/10

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